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A.I.B.
Fattori che influenzano il comportamento del fuoco.
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Indice argomenti:
Variabilità del fuoco in funzione del vento
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LA PROPAGAZIONE DEL FUOCO è inversamente proporzionale al contenuto di acqua dei combustibili vegetali. Il contenuto di acqua dipende:
1. dalle precipitazioni (distribuzione delle piogge nell’arco di un anno) per cui i percoli derivano dalla siccità;
2. dalla temperatura che riscalda il combustibile, lo fa essiccare e lo porta vicino alla temperatura di accensione;
3. dall’umidità atmosferica che influenza il contenuto di acqua nel combustibile;
4. dal vento; il vento apporta grandi quantità di aria e quindi di ossigeno per la combustione, essicca i materiali vegetali facendo evaporare l’acqua, trasporta i tizzoni ed impone la direzione e la velocità di avanzamento dell’incendio. E’ stato calcolato che tale velocità sia approssimativamente proporzionale alla radice quadrata della velocità del vento in una lettiera compatta. Nella macchia mediterranea la velocità è proporzionale al quadrato della velocità del vento.
IL FUOCO È VARIABILE IN FUNZIONE DEL VENTO:
a. Assenza di vento e terreno pianeggiante: il fuoco tende ad espandersi in tutte direzioni in forma circolare.
b. Vento costante in una direzione: l’incendio una caratteristica forma allungata ellittico - ovale.
c. Vento variabile: si alternano diverse direzioni preferenziali del fuoco.
d. dalla pendenza del terreno: esalta il preriscaldamento per l’apporto di calore esterno, i materiali vengono gradualmente riscaldati ed essiccati, scompare l’acqua, la temperatura raggiunge i 100 gradi e facilità l’avanzata dell’incendio verso le zone più alte.
e. Sul crinale il fuoco ha un andamento quasi verticale, con la convezione (il calore viene asportato da gas o liquidi in movimento, le differenze di densità dovute alle temperature producono dei moti) si ha un richiamo di aria in senso opposto all'altro versante.
f. La morfologia del terreno: influisce in vario modo sulla propagazione dell’incendio. Durante il giorno per l’irraggiamento solare l’aria si scalda maggiormente nel fondovalle e sale verso le zone più alte, durante le ore notturne si ha il fenomeno inverso.
g. L’esposizione: determina l'irraggiamento solare e quindi influisce sulla temperatura e sull’umidità; l’esposizione a sud - ovest è la più calda e quindi la più pericolosa.
1. La pendenza: facilita l’avanzamento del fuoco verso le zone più alte preriscaldando con la convezione dell’aria calda i combustibili sovrastanti (osserviamo per esempio che un fiammifero si accende più facilmente con la capocchia rivolta verso il basso). Quando il fuoco raggiunge il crinale assume un andamento quasi verticale e richiama aria in senso opposto dall’altro versante, spesso impedendo che le fiamme lo percorrano in discesa. Conseguenza della pendenza è il rotolio di materiali vegetali infiammati, per esempio ricci che possono riaccendere eventuali nuovi focolai.
2. Quando vi sono burroni, crepacci o strettoie, il fuoco avanza con la massima rapidità per l’intensità del tiraggio dell’aria calda, paragonabile ad un camino.
Secondo dati americani l’influenza della pendenza è data dalle seguenti grandezze:
V = velocità di propagazione di un incendio
- con pendenza da 0 a 5% = V
- con pendenza del 30% = 2V
- con pendenza del 55% = 4V
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