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Un alleato comune per ambiente e competitività:
il Regolamento EMAS
Environment and competitiveness share a strong ally:
the EMAS Regulation
Pietro Lanzini [*]
Abstract
The article provides an introductive outline of the EU Eco Management and Audit
Scheme (EMAS). Basic notions regarding its concept and aims are hereby explained
and discussed, as well as the main features of the scheme, the steps
organisations willing to apply have to adopt (such as the implementation of an
Environmental Management System) and the actors involved in the overall process.
The article ends up with an outline of both chief benefits EMAS provides and
hindrances or weaknesses that the revision process, currently in progress, aims
at overcoming.
* * *
Le organizzazioni che desiderino valutare e migliorare costantemente la propria
performance ambientale, comunicando all’esterno i risultati raggiunti, hanno a
disposizione da qualche anno uno strumento in più: EMAS (Eco Management and
Audit Scheme).
Introdotto dal Regolamento EC 1836/93 poi sostituito dal Regolamento EC
761/2001, EMAS è un sistema comunitario di ecogestione ed audit ad adesione
volontaria, aperto a tutte le organizzazioni tanto pubbliche che private
operanti nell’Unione Europea o all’interno della cosiddetta Area Economica
Europea, avente l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico in armonia con
l’ambiente.
Con EMAS, cambiano la prospettiva e l’approccio alla gestione delle tematiche
ambientali. La filosofia sottostante allo strumento prevede infatti una
focalizzazione sull’attività complessiva dell’organizzazione, più che sui
singoli aspetti dell'impatto e dell'inquinamento ambientale regolamentandone i
limiti.
Al vecchio rapporto conflittuale e in qualche misura “repressivo” che ha
caratterizzato il potere pubblico e le organizzazioni (imprenditoriali e non),
ne subentra uno più collaborativo, che traendo forza dalle radici volontarie
dello strumento mira ad una cooperazione con l’Amministrazione e ad una
rinnovata trasparenza nei confronti dei consumatori e del pubblico in generale.
Le organizzazioni registrate EMAS sono quindi impegnate nel miglioramento
costante delle proprie performance ambientali, andando oltre il semplice
rispetto dei limiti stabiliti dalle leggi. Non si tratta più (o solo) di
mantenere la (sempre fondamentale) conformità legislativa, ma di fare un
ulteriore passo, riducendo il più possibile e costantemente i propri impatti
ambientali mediante il ricorso alle migliori tecnologie disponibili (BAT). Non
vi sono quindi precisi vincoli o limiti da rispettare, bensì un orientamento di
fondo da seguire anno dopo anno, lasciando libertà alle organizzazioni di
concentrarsi sugli aspetti che vengono considerati più importanti, senza seguire
uno schema predefinito.
Tra i tratti distintivi dello schema, si possono di conseguenza annoverare la
performance (con un miglioramento continuo delle prestazioni ambientali ottenuto
tramite l’adozione di un Sistema di Gestione Ambientale –SGA- la cui efficacia
venga periodicamente testata), la trasparenza (mediante la pubblicazione
periodica della dichiarazione ambientale, ed un dialogo sempre aperto con gli
stakeholders) e la credibilità (grazie alla convalida di un verificatore
indipendente).
Ma come funziona, nello specifico, lo schema EMAS? E quali sono gli attori
coinvolti a vario titolo nella sua implementazione?
Esistono una serie di step successivi che devono compiere le organizzazioni
desiderose di ottenere la registrazione EMAS, e che possono essere sintetizzati
come segue:
1 Conduzione di un’analisi ambientale iniziale, che copra tutte le proprie
attività e prodotti/servizi, per “fotografare” la posizione dell’organizzazione
in riferimento alla variabile “ambiente” (conformità alla legislazione ed ai
regolamenti, identificazione degli aspetti ambientali significativi, esame delle
pratiche e procedure gestionali in materia ambientale, ecc.) evidenziando così i
“campi di priorità” che orienteranno la politica ambientale.
2 Definizione di una politica ambientale che stabilisca gli obiettivi generali
inerenti l’ambiente, ove si evidenzi l’impegno al miglioramento continuo ed al
mantenimento della conformità legislativa
3 Elaborazione di un programma ambientale che specifichi le misure concrete da
adottare per raggiungere gli obiettivi stabiliti in sede di politica ambientale,
tramite l’indicazione dei responsabili del raggiungimento dei traguardi nonché
dei tempi e mezzi con i quali raggiungere tali obiettivi.
4 Attuazione di un SGA che permetta di realizzare la politica ambientale,
tramite specifiche procedure e controlli operativi.
5 Valutazione periodica e sistematica delle prestazioni dell’organizzazione e
del suo SGA, tramite attività di auditing. Tali audit possono esser svolti sia
da dipendenti che da soggetti esterni all’organizzazione, e vanno ripetuti ad
intervalli non superiori ai tre anni. Aventi il compito di evidenziare eventuali
problemi e lacune all’interno delle procedure dell’organizzazione, si concludono
con un rapporto sui risultati e la preparazione ed attuazione di un eventuale
piano correttivo.
6 Ulteriore controllo dell’efficacia del proprio approccio organizzativo alle
problematiche ambientali, tramite un ri-esame ad opera della direzione.
7 Redazione della dichiarazione ambientale, per comunicare all’esterno le
prestazioni ambientali dell’organizzazione, evidenziandone il continuo
miglioramento. Tra le informazioni da inserire nella dichiarazione ambientale,
figurano, tra le altre, una breve descrizione dell’organizzazione e delle sue
attività, nonché dei beni prodotti/servizi erogati, la citazione della politica
ambientale e la descrizione dell’SGA, una descrizione degli aspetti ambientali
diretti ed indiretti, con annessi gli obiettivi ad essi legati. Tali
informazioni vanno tenute aggiornate, e le modifiche vanno convalidate
annualmente.
Una volta completato tale iter, e superato il controllo di un verificatore
indipendente, l’organizzazione trasmette la propria dichiarazione ambientale
all’Ente Competente, venendo così inserita nel registro EMAS e ottenendo la
facoltà di servirsi del logo.
Come anticipato, vi sono dunque numerosi attori coinvolti a vario titolo nel
funzionamento dello schema, oltre alla Commissione Europea che svolge funzione
di supervisione del medesimo e di coordinamento delle attività promozionali di
EMAS a livello europeo. Ciascuno Stato Membro è provvisto di un Ente Competente
responsabile dell’organizzazione del processo di registrazione delle
organizzazioni sul territorio nazionale. Vi sono poi gli Enti di Accreditamento,
istituzioni indipendenti designate dagli Stati Membri che accreditano i
Verificatori (organizzazioni o singoli individui), i quali hanno a loro volta il
compito di controllare che le organizzazioni richiedenti il marchio siano in
possesso di tutti i requisiti necessari per l’ottenimento o il mantenimento del
medesimo, nonché di verificare l’attendibilità, la veridicità e l’esattezza
delle informazioni rilasciate da queste ultime. Le verifiche vanno compiute ad
intervalli di tempo convenuti assieme all’organizzazione, comunque non superiori
ai tre anni.
In Italia, il Comitato Ecolabel e Ecoaudit (sezione EMAS) svolge entrambe le
funzioni di Ente Competente ed Ente di Accreditamento.
Altri soggetti coinvolti nel funzionamento di EMAS sono il Comitato
dell’articolo 14 (ove vengono rappresentati, oltre agli Stati Membri, altri
stakeholders quali ONG, mondo industriale ecc), che si riunisce periodicamente
per assistere la Commissione su tematiche pratiche inerenti l’implementazione
dello schema, e l’Helpdesk, che fornisce informazioni e servizi promozionali
oltre che raccogliere informazioni sulle organizzazioni registrate e sui
verificatori accreditati.
Per quanto concerne il livello di diffusione dello schema e la sua ripartizione
geografica (fig. 1 e 2), bisogna anzitutto specificare che, ad oggi, sono circa
tremila le organizzazioni registrate EMAS, per un totale di oltre quattromila
siti. Il trend di registrazioni ha sperimentato una forte crescita complessiva
fino al 2001 (oltre 3900 organizzazioni EMAS), dopodiché si è passati in una
fase di leggero declino, tuttora persistente. Quanto ai paesi ove maggiore è
stata la penetrazione di EMAS, il ruolo del leone è senza dubbio giocato dalla
Germania, che da sola conta la metà delle registrazioni complessive. Seguono poi
distaccati gli altri paesi nordici, con le eccezioni di Spagna ed Italia (ad
oggi, nel nostro Paese le organizzazioni EMAS sono oltre 300) che hanno
sperimentato una forte crescita delle registrazioni negli ultimi anni, a
differenza degli altri paesi europei (Germania in testa).
Figura 1
Figura 2
La versione attualmente in vigore del Regolamento EMAS (EMAS II) si differenzia
in maniera sensibile rispetto alla versione originale del 1993. Anzitutto, si è
deciso di estendere il campo di applicazione a tutti i settori dell’attività
economica (inclusi quindi i servizi e le autorità locali), ma vi sono altre
differenze, quali l’adozione della norma Iso14001 come SGA espressamente
richiesto per EMAS, piuttosto che un focus maggiore sugli effetti ambientali
indiretti, sul coinvolgimento del personale nell’implementazione dello schema e
sulla comunicazione verso l’esterno (logo EMAS e dichiarazione ambientale).
E’ inoltre previsto per l’anno prossimo un ulteriore aggiornamento dello schema,
sulla base delle esperienze maturate in questi anni di applicazione del
medesimo, per superare le barriere e difficoltà sperimentate, accentuandone
viceversa i benefici per l’ambiente da un lato, e per le singole organizzazioni
dall’altro.
Benefici di cui comunque, almeno da un punto di vista “potenziale”, già
usufruiscono le organizzazioni registrate EMAS.
I vantaggi sono molteplici e di diversa natura (organizzativi, competitivi ecc),
e possono investire un ambito “interno” all’organizzazione piuttosto che un
ambito “esterno”).
Tra i primi, va sicuramente annoverata una riorganizzazione e razionalizzazione
delle attività e delle procedure, con ricadute positive sull’efficienza
complessiva. Riduzione dei costi, ottimizzazione nell’utilizzo di risorse,
annullamento di duplicazioni di attività ma anche maggiore motivazione e
partecipazione dei dipendenti, nonché garanzia della conformità legislativa.
Sono altresì molteplici i vantaggi “esterni” che scaturiscono dalla
registrazione, e che variano da una migliore immagine pubblica ad eventuali
agevolazioni e semplificazioni previste per le organizzazioni EMAS, da un
maggiore appeal nei confronti di segmenti “verdi” del mercato ad un clima più
disteso con una serie di stakeholders quali ONG ambientaliste piuttosto che
comunità locali o organi preposti al controllo ambientale, e così via.
Va comunque evidenziato come, a tutt’oggi, il potenziale di EMAS non pare
essersi rivelato compiutamente, per una serie di motivi tra cui la scarsa
conoscenza dello schema da parte del pubblico (con conseguente modesta risposta
da parte del mercato), gli insufficienti incentivi (siano essi fiscali,
amministrativi o altro) di cui beneficiano le organizzazioni registrate, le
lentezze e complessità burocratiche, ecc. E proprio il superamento di tali
barriere ed inefficienze è lo scopo che anima il processo di revisione di EMAS,
attualmente in corso, il quale si concluderà auspicabilmente con la nascita di
uno strumento ancora più idoneo ad abbinare il progresso economico e la
competitività delle organizzazioni con uno sviluppo più sostenibile ed attento
alle necessità dell’ambiente.
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[*] Borsista IEFE, rif.: pietro.lanzini@unibocconi.it.