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Regione Sicilia. Decreto 25 settembre 2003

Vincolo di immodificabilita' relativo all'Arcipelago delle Isole Egadi, ex art. 5, legge regionale n. 15/1991. 

(GU n. 283 del 5-12-2003) 

IL DIRIGENTE
dell'unita' operativa del dipartimento regionale dei beni culturali ed ambientali
Visto lo statuto della Regione siciliana;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637 recante norme di attuazione dello statuto della Regione siciliana in materia di tutela del paesaggio, di antichita' e belle arti;
Visto il testo unico delle leggi sull'ordinamento del Governo e dell'amministrazione della Regione siciliana, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 1979, n. 70;
Vista la legge regionale 1° agosto 1977, n. 80;
Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116;
Vista la legge 8 agosto 1985, n. 431;
Visto il testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, approvato con decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490 che ha abrogato la legge 29 giugno 1939, n. 1497;
Visto il regolamento di esecuzione della legge 29 giugno 1939, n. 1497 approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357;
Visto l'art. 7 della legge regionale 15 maggio 2000, n. 15;
Visto il D.D.G. n. 6916 del 28 settembre 2001 ed in particolare l'art. 8 relativo alle deleghe ai dirigenti responsabili delle aree e dei servizi dell'Assessorato regionale beni culturali e pubblica istruzione delle competenze attribuite al dirigente generale dall'art. 7, comma 1 della legge regionale n. 10/2000;
Visto il parere prot. n. 2364/336.01.11 dell'8 febbraio 2002 reso dalla presidenza della regione - Ufficio legislativo e legale relativo alla competenza in ordine all'apposizione dei vincoli paesaggistici di cui all'art. 139 del testo unico n. 490/1999; 
Visto il D.D.G. n. 7361 del 16 settembre 2003, con cui sono conferite, ai dirigenti delle unita' operative del servizio tutela e acquisizioni le deleghe per gli affari rientranti nelle competenze delle unita' operative, cui sono stati preposti, con esclusione di quelle alle lettere d), h), l) per la parte relativa ai rapporti con le organizzazioni sindacali, ed m) dell'art. 7, comma 1 della legge regionale n. 10/2000;
Visto l'art. 5 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 15; 
Visto il decreto del presidente della regione n. 717 del 28 settembre 2001 che ha annullato il decreto amministrativo 5172 del 1° febbraio 1996 di approvazione del Piano territoriale paesistico delle Isole Egadi;
Considerato che l'annullamento del Piano territoriale paesistico delle Isole Egadi risulta motivato dall'inadeguato livello di coinvolgimento del comune nelle procedure di redazione del piano stesso cosi' come da parere n.
Tenuto conto dell'accordo Stato-Regioni del 19 aprile 2001 sancito fra il Ministero per i beni e le attivita' culturali e i presidenti delle regioni e delle province autonome, che ha disciplinato i contenuti e i metodi della pianificazione paesistica regionale, prevedendo tra l'altro all'art. 8 tempi e modi di verifica dei p.t.p. gia' redatti;
Visto il decreto amministrativo n. 5820 dell'8 maggio 2002 con il quale l'assessore regionale per i beni culturali ed ambientali e pubblica istruzione competente ai sensi della legge regionale n. 80/77, ha recepito l'accordo Stato-Regioni previo parere espresso dalla speciale commissione di cui all'art. 23 del regio decreto n. 1357/1940 nella seduta del 3 aprile 2002;
Visto il D.D.S. n. 5936 del 20 maggio 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 33 del 19 luglio 2002, con cui e' stato imposto il vincolo di immodificabilita' temporanea di cui all'art. 5 della legge regionale n. 15/91 sull'intero territorio dell'Arcipelago delle Isole Egadi per un periodo di mesi otto;
Visto il D.D.S. n. 7409 del 14 ottobre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 49 del 25 ottobre 2002 di rettifica del suddetto provvedimento;
Visto il D.D.G. n. 5395 del 20 marzo 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 15 del 4 aprile 2003, con cui e' stato prorogato di ulteriori mesi 3 il predetto vincolo di immodificabilita' temporanea;
Esaminata la nota della Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Trapani, prot. n. 7408 del 27 agosto 2003, con la quale detto ufficio "avanza richiesta di un nuovo decreto di
immodificabilita' temporanea ai sensi dell'art. 5 della legge regionale n. 15/91" sull'Arcipelago delle Isole Egadi, e afferma che "continuano a permanere le condizioni gia' evidenziate da questo ufficio con nota n. 2223 del 12 marzo 2003", condividendo inoltre quanto rappresentato dal comune di Favignana nella nota prot. n. 11918 del 5 agosto 2003 a proposito della necessita' di un nuovo decreto di immodificabilita' nelle more della conclusione dell'iter di adozione del piano territoriale paesistico, nella considerazione che il precedente e' giunto a scadenza il 4 luglio 2003;
Considerato che nella citata nota della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Trapani n. 7408 del 27 agosto 2003 ci si richiama alle "perimetrazioni territoriali gia' oggetto delle misure cautelari di cui al D.D.G. n. 5395 del 20 marzo 2003";
Considerato che il D.D.G. n. 5395 del 20 marzo 2003 fa riferimento, ai fini delle perimetrazioni, ai DD.DD.SS. n. 5936 del 20 maggio 2002 e 7409 del 14 ottobre 2002 e che pertanto il territorio oggetto della misura cautelare e' l'intero Arcipelago delle isole Egadi, che ricade nel territorio comunale di Favignana, e risulta costituito dalle Isole di Favignana, Levanzo, Marettimo e dagli scogli di Formica e Maraone ad esclusione dei centri abitati e dell'area cimiteriale esistente ed in ampliamento di Favignana come dalle planimetrie "A" sub. 1 e 2, "B", "C", "D", "E", "F", "G" "H", "I" e "L" allegate al presente decreto di cui formano parte integrante e sostanziale e secondo le seguenti perimetrazioni:
Isola di Favignana: e' vincolata tutta l'isola ad esclusione dell'area urbana compresa entro il seguente perimetro: partendo dal mare si prosegue per la via G.B. Perasso, si percorre la via Liberta', via Dante, via Simone Corleo, via Francesco Crispi, via Manzoni (area all'interno del foglio di mappa catastale n. 29, all. n. 4 di Favignana).
si prosegue per la via Matteotti, la via Fardella, via Vittorio Alfieri, via Lungomare Duilio, si segue il profilo della particella 50 che rimane inclusa per intero nel vincolo fino ad intersecare la particella 686 e da qui, perpendicolarmente fino al mare (area all'interno del foglio di mappa catastale n. 28, all. n. 3 di Favignana).
resta, altresi', esclusa l'area cimiteriale esistente ed in ampliamento cosi' come descritta nelle planimetrie "A" sub. 1 e 2; 
Isola di Marettimo: e' vincolata tutta l'isola ad esclusione dell'area urbana compresa entro il seguente perimetro interamente ricadente nel foglio di mappa catastale n. 5:
partendo dal mare si prosegue lungo il confine delle particelle 5 e 6 che rimangono incluse interamente nel vincolo, si prosegue lungo il tracciato del vecchio torrente "Purteddu", si segue la via Chiesella e un tratto della via Gaetano Maiorana, si prosegue per la via Salvatore Noto fino ad intersecare la via Calvario, che si percorre fino ad arrivare al mare (all. n. 3 di Marettimo). 
Isola di Levanzo: e' vincolata tutta l'isola ad esclusione dell'area urbana compresa entro il seguente perimetro ed interamente ricadente all'interno del foglio di mappa n. 17:
partendo dal mare si sale per il vicolo adiacente la particella 142, si prosegue per un breve tratto per la via Dogana, si gira per via Capo Grosso fino ad intersecare la trazzera che delimita la particella 95 che si percorre per intero si sale per via Chiesa lungo i confini delle particelle 93, 92, 91 e la particella 55 per la parte prospiciente la via Chiesa, continuando per la stessa strada fino alla particella 228, si segue il confine delle particelle 58, 88, 90 fino ad intersecare la via Scaletta che si attraversa. Il limite prosegue lungo il confine della particella 182, lungo la via Calvario, risale per il confine della particella 182 (lato est), prosegue lungo i confini delle particelle 69, 68, 67, 175, 176, 119 e da qui fino al mare (all. n. 3 di Levanzo);
Considerato che il territorio delle Egadi formato da Favignana, Levanzo, Marettimo, Formica, Maraone e dai diversi isolotti affioranti posto all'estremo lembo occidentale del territorio siciliano fa parte assieme alla costa della Sicilia occidentale, di un sistema complesso che costituisce un'unita' di paesaggio di eccezionale valore culturale ed ambientale ed e' proprio per la sua complessita' e per l'eterogeneita' delle valenze che lo compongono che puo' essere definito un autentico monumento;
Considerato che la varieta' dei tratti di costa, in alcune parti alte e a strapiombo sul mare, in altri punti basse e frastagliate con cale, insenature e grotte, la varia morfologia del territorio, le caratteristiche geologiche e naturali, le emergenze architettoniche ed archeologiche, concorrono a farne un bene eccezionale;
Considerato che l'arcipelago, pur costituendo un'unita' geografica e culturale, presenta in ciascuna delle sue isole tali valori e che ogni isola rappresenta a sua volta, un'unita' naturale e culturale a se stante;
Considerato che l'isola di Favignana con una superficie di circa 19 Kmq e' la piu' estesa delle isole Egadi e anche la piu' popolata, la piu' intensamente antropizzata e la piu' importante dal punto di vista economico ed amministrativo.
L'isola, la mitica Aegusa, legata alla leggenda omerica come Isola delle Capre, viene descritta nel nono libro dell'Odissea. Qui sbarca Ulisse prima di intraprendere la spedizione contro il ciclope Polifemo. Viene ricordata soprattutto dagli storici classici per la battaglia che si svolse nelle sue acque il 10 marzo del 241 a.C. tra la flotta cartaginese comandata da Annone e quella romana guidata dal console C. Lutazio Catulo. L'attivita' prevalente dell'isola e' sempre stata la pesca del tonno, a partire dal periodo arabo come confermano le concessioni di "formare tonnara" in epoca medioevale.
Essa risulta di grande pregio, oltre che paesaggistico, anche geomorfologico, naturalistico, architettonico ed archeologico:
dal punto di vista geomorfologico si puo' distinguere una zona occidentale caratterizzata da una morfologia piu' o meno accidentata con versanti piuttosto acclivi, in corrispondenza del rilievo calcareo del Monte S. Caterina, passante ad una morfologia piu' dolce con l'approssimarsi alle linee di costa.
La piana orientale, su cui si situa anche l'abitato di Favignana, e' costituita da calcarenite. Tale roccia per le sue peculiari caratteristiche tecniche e' stata oggetto di estrazione con tipi di coltivazione diversificata. Si riscontrano, infatti, zone di cave in cui e' stato utilizzato il metodo a fossa ed altri in cui e' stato utilizzato il metodo in galleria.
Per quanto concerne la linea di costa questa si presenta piuttosto frastagliata con anse piu' o meno incise a seconda dell'intensita' dell'azione marina. Quest'ultima ha provocato degli ingrottamenti e dei crolli particolarmente localizzati lungo la cala che dall'isola di Previto arriva a Punta Longa, a Cala Canalello, nonche' da punta Marsala fino a Punta S. Nicola. Sono individuabili, altresi', cavita' piu' o meno vaste ed irregolari dislocate a quote diverse.
dal punto di vista paesaggistico caratteristica e' la costa orientale che ci appare in tutta la sua spettacolarita' e unicita' traforata dal lavoro dei cavatori di tufo, uno scenario suggestivo e singolare, un susseguirsi di cave, grotte, sprofondamenti che si affacciano sul mare.
Anche nell'entroterra numerose sono le voragini geometrizzate, cave di tufo abbandonate, che risultano delle vere e proprie sculture a scala territoriale.
Tutta Favignana si rapporta al massiccio centrale della "Montagna" che assume valore simbolico e percettivo costituendo un preciso punto di riferimento visibile dal mare e da qualsiasi parte dell'isola. Da essa e' possibile godere scorci di eccezionale interesse panoramico della costa della Sicilia occidentale: Monte Cofano, la falce di Trapani, la laguna dello Stagnone, Capo Lilibeo ecc.
Caratterizza il paesaggio rurale, della zona pianeggiante dell'isola, la fitta ragnatela di muretti a secco a protezione delle coltivazioni, che determinano uno schema geometrico tipico di questo paesaggio rurale. Figurativamente Favignana, per la sua conformazione, puo' essere rappresentata come una grande farfalla.
dal punto di vista vegetazionale e naturalistico la pianura del "Bosco" suddivisa dal reticolo dei muretti e dalla viabilita', si presenta come una vasta area completamente coltivata a seminativo e a vigneto. Una fascia di scogliera, con le caratteristiche piante alofile, circonda tutta la pianura e separa nettamente le aree coltivate dal vicino mare.
L'uniformita' del paesaggio della "montagna" e' a tratti interrotto da popolamenti arbustivi che costituiscono frammenti residuali della vegetazione originaria. Laddove questi arbusteti si distribuiscono discontinuamente, il paesaggio della steppa lascia spazio alla gariga mediterranea. Nell'isola non mancano espressioni di vegetazioni naturali di rilevanza biogeografica quali: Brassica macrocarpa, Crocus longiflorus, Euphorbia papillaris, Elatine macropoda, Iberis semperflorens, Limonium aegusae, Matthiola incana, etc.... 
Le cave piu' antiche, localizzate nella "piana", sono state trasformate dal lavoro dei contadini con pazienti opere di bonifica, in pregiate aree agricole (orti, frutteti, vigneti) al riparo dai
venti.
Le colture agricole si intrecciano con quelle estrattive, lasciando incolte soltanto quelle aree rese sterili dalla pietra affiorante. dal punto di vista urbanistico e architettonico Favignana e' caratterizzata da un singolare impianto urbano determinato dalle edificazioni ai margini delle cave di tufo che delimitano spazi e verde interni al servizio delle abitazioni, spazi di grande pregio estetico e naturalistico.
Pertanto, il progressivo accostamento di casa a casa senza un preciso disegno urbanistico, conferisce una particolare connotazione al sito, che acquista grande pregio paesistico per i suoi rimandi semantici.
La peculiarita' architettonica dell'isola ha un notevole valore storico-socio-culturale; infatti il modus aedificandi sembra risentire di un certo influsso arabo per la semplicita' dei giochi volumetrici e l'essenzialita' formale ed e' costituito da case prevalentemente a due elevazioni con scale esterne e cortili interni, prive di qualsiasi ornamento superfluo e tipiche di un'architettura spontanea la cui soluzione tipologica e' dettata dalla funzionalita'.
L'uso dei materiali locali ha fortemente caratterizzato nel colore e nella struttura l'architettura di questi luoghi, che si armonizza con l'ambiente circostante.
Diversi sono i manufatti architettonici sparsi nell'isola che testimoniano la presenza in questi luoghi delle diverse popolazioni. 
Torri arabe, fortezze normanne, strutture del XV sec., nonche' stabilimenti per la trasformazione del tonno (tonnara florio) veri e propri "monumenti di archeologica industriale" testimonianza di un processo evolutivo legato alla principale attivita' produttiva nella storia di Favignana e dell'intero arcipelago.
dal punto di vista archeologico la maggiore concentrazione di testimonianze si trova sul massiccio montuoso di "Montagna Grossa" in cui vi sono ben ventidue grotte di interesse preistorico. Si tratta di una grande necropoli con tombe a forno scavate nella roccia, di cui molte riutilizzate in epoca romana. Ad epoca successiva, tra la fine dell'VIII sec. a.C. e l'inizio del VII sec. a.C. e' assegnabile l'insediamento di Cala San Nicola che testimonia la presenza in contrada Bosco di genti semitiche, Fenici prima e Punici poi. 
Di straordinario interesse dal punto di vista epigrafico e' la "Grotta del Pozzo" perche' contiene dieci iscrizioni di notevole interesse.
La grotta ritenuta tomba punica a camera, ma anche luogo di culto, reca inoltre raffigurazioni frecciformi e di pesci, che ne attestano la frequentazione in epoca cristiana.
In contrada "Badia" si trovano i resti di un ninfeo o di un piccolo impianto termale di eta' romana e a questa stessa fase e' da attribuire l'impianto per la lavorazione del pesce rinvenuto a Punta San Nicola.
Considerato che l'isola di Marettimo, estesa per 12 Kmq, e' il vero "gioiello dell'Arcipelago" ed e' la piu' interessante dal punto di vista naturalistico; e' la piu' montuosa, aspra, scoscesa e selvaggia di tutte le isole. E' una montagna alta e alpestre, non forma alcun seno accessibile, la parte che guarda a ponente e' quasi inaccessibile, quella di levante e' poco meno inclinata.
dal punto di vista geomorfologico l'isola estesa per Kmq 12, si presenta come un unico imponente rilievo calcareo costituito da una dorsale che raggiunge il suo culmine nei suoi mt 686 di Pizzo
Falcone.
I versanti settentrionali ed occidentali sono invece caratterizzati dalle scoscese rocce dolomitiche con alte guglie, e ripidissime falesie.
dal punto di vista paesaggistico, di intatta bellezza sono le coste di Marettimo frastagliate da cale e insenature che difficilmente raggiungibili via terra si sono preservate da trasformazioni ed interventi. Di particolare suggestione sono le numerose e notevoli grotte che si aprono in tutti i versanti, tra le quali famose sono quelle denominate "Del Tuono", "Del Presepe", "Del Cammello".
L'isola offre, singolari quadri naturali e la possibilita' di godere panorami di incomparabile bellezza.
dal punto di vista vegetazionale e naturalistico l'isola conta numerosi tipi di flora alcuni dei quali endemici ed in particolare le "rupi" sono da considerarsi un eccezionale "luogo botanico" dal punto di vista scientifico, cosi' come documentato da due grandi studiosi dell'Ottocento, Gussone e Lo Jacono, con le loro ricchezze di specie, alcune delle quali non si ritrovano in Sicilia, ma sono presenti nel litorale centro-meridionale della penisola, quali la Daphine Aleifalia e l'Eradium Marettimum.
Il paesaggio vegetazionale predominante e' quello della macchia mediterranea a rosmarino, erica, lentisco e cistu.
Nelle espressioni di macchia forestale piu' esuberanti si trovano leccio e dafne. In alcune zone sono stati effettuati interventi di rimboschimento con conifere ed acacee.
La flora assume caratteri di unicita' sulle pareti verticali dove anno trovato rifugio alcune espressive associazioni vegetali uniche ne loro genere, con endimismi antichissimi, che documentano il prolungato isolamento dalla terra madre. Gli unici spazi che la natura accidentata dell'isola ha concesso all'agricoltura si trovano subito sopra l'abitato e comunque non risultano coltivati.
dal punto di vista architettonico l'abitato di Marettimo conserva le caratteristiche del tipico insediamento marinaro con piccole case con tetto piano a terrazzo, quasi prive di sporgenza sui fronti ed un semplice sistema viario che degrada dalle pendici della collina verso il mare.
La tipologia costruttiva mostra delle caratteristiche unitarie, sia formali che funzionali, che contribuiscono profondamente alla creazione del peculiare paesaggio dell'arcipelago.
L'abitato si sviluppa in un'insenatura naturale e le singole residenze si adagiano alla morfologia del luogo, integrandosi profondamente all'ambiente.
Sull'estremo lembo nord-occidentale dell'isola troviamo i ruderi di un edificio di probabile origine araba e il castello di Punta Troia costruito nel XVII secolo dagli Spagnoli, sul luogo dove in epoche precedenti Saraceni e Normanni avevano edificato torri di avvistamento.
dal punto di vista archeologico l'isola che e' menzionata dalle fonti classiche come "hieronesos" e cioe' "isola sacra" ed e' ricordata come punto di approdo e rifugio della flotta cartaginese prima e dopo la battaglia delle Egadi, conserva nella contrada "Le Case" un tratto di muro megalitico di epoca preromana. 
Vi sono inoltre i resti di una costruzione romana in opus caementicium in posizione dominante, forse i resti di un posto di avvistamento. Nei pressi sorgono i resti di una chiesetta basiliana
dell'XI - XII sec. d.C.
I rinvenimenti sottomarini sono frequentissimi nelle acque di Marettimo; per lo piu' consistono in ceppi d'ancora oltre che in anfore di eta' ellenistica, punica e romana.
Considerato che l'Isola di Levanzo l'antica Phorbantia separata da Favignana da un breve tratto di mare, estesa 5 Kmq, e' la piu' piccola delle Egadi, e' interamente montuosa e buona parte delle sue coste e' strabiombante e inaccessibile.
La sua importanza e' data soprattutto dalle sue valenze naturalistiche.
dal punto di vista geomorfologico quest'isola si differenzia per ampi caratteri sia da Marettimo che da Favignana.
La modesta estensione, la particolare giacitura degli strati e le modifiche indotte dalla tettonica costituiscono delle particolarita' non riscontrabili nel resto dell'arcipelago. Sull'isola si distingue principalmente il rilievo di Pizzo del Monaco di quota 278 s.l.m. di forma allungata in direzione NO-SE con pareti acclivi che nelle zone pedemontane vengono spesso addolcite da una coltre detritica. Tale complesso comincia a degradare verso il mare con forme piuttosto aspre a Punta dei sorci, a Punta Genovese e a Punta Pesce; in particolare nel tratto compreso tra Punta Genovese e Punta Pesce si osservano alcuni gradini morfologici anche molto estesi.
Il resto dell'isola e' costituito da un esteso altopiano interrotto localmente da rilievi di forma arrotondata (Pizzo Corvo e C/da Torre).
In alcune zone si osservano delle coperture di materiale detritico, rielaborato dall'azione marina ed in parte cementato, che colma preesistenti depressioni creando cosi' delle sottili e poche estese linee di spiaggia.
La linea di costa e' molto varia e tormentata: si distinguono, infatti, pareti molto alte e ripide nel tratto compreso tra cala Calcarea e Punta Genovese, pareti meno acclivi tra Punta Genovese, Punta Pesce, mentre da quest'ultima punta fino Punto Altarello si individuano cale di forma squadrata.
Peculiarita' di un certo rilievo sono da evidenziare nel versante meridionale di Punta del Monaco in corrispondenza di Punta Pesce in cui si sono riscontrati dei crolli sparsi che conferiscono un particolare aspetto morfologico alla zona.
da un punto di vista paesaggistico la sua bellezza sta soprattutto nell'integrazione e nel contrasto tra le acque limpidissime e la montagna dove una vegetazione naturale a gariga, con grandi agavi e zone di rimboschimento rappresentato da Pinus, Eucaliptus ed acacia determinano un paesaggio vegetale quanto vario ed espressivo di una situazione seminaturale in cui gli elementi dell'attivita' antropica si fondano con le potenzialita' naturali. 
Di particolare valore paesaggistico e' inoltre il faraglione a non piu' di 50 mt. Dalla riva che ospita ormai stabilmente una colonia di gabbiani, e le numerose cale quali Cala Minnola, Cala Fredda e Cala Dogana etc..
dal punto di vista vegetazionale e naturalistico, l'isola ad esclusione della pianura di contrada "Il Fosso" si presenta principalmente ricoperta da fitta coltre di macchia mediterranea, di natura spontanea integrata da piante alofile da scogliera e da tipiche piante rupestri, in cui spiccano le palme nane, l'euforbia papillaris, diverse varieta' di agave, etc...
In questi ambiti sono oggi quasi del tutto assenti i fenomeni di antropizzazione, per cui sono ancora salvi i caratteri di accentuata naturalita'.
Sull'altopiano detto la "Fossa" si concentravano nel passato le poche aree coltivate, la cui coltura predominante era costituita dalla vite.
Tali terreni, nel tempo sono stati abbandonati, e usati per il pascolo e l'incolto, cio' ha favorito la ricostruzione di aspetti di vegetazione naturale e la comparsa di numerose aree con vegetazione ruderale.
dal punto di vista architettonico il piccolo nucleo abitativo si sviluppa nella parte meridionale dell'isola e si affaccia sulla splendida Cala Dogana, su un ripido versante tra la timpa ed il mare ed e' sormontato da un costone roccioso. Ha il tipico aspetto di villaggio marinaro.
La natura del luogo ha dato la forma urbana all'insediamento che (privo di piazza) si arrampica per scale e piccole strade sulla collina. Mentre le abitazioni si affacciano sulla stretta spiaggia sottostante.
Elemento di spicco per la sua stessa posizione e dimensione e' "Villa Ada" o "Villa Burgarella" con il giardino circostante articolato in terrazzamenti e muretti a secco che rimarcano le curve di livello del terreno, mentre la rimanente area e' di particolare valore estetico, scientifico, botanico e geomorfologico in quanto costituita da un ambiente roccioso e da una macchia arbustiva e da gariga tipiche del paesaggio mediterraneo.
Altre emergenze architettoniche di rilievo sono la Torre saracena sopra Cala Minnola e le case Florio in contrada Le Case. 
dal punto di vista archeologico importanti sono le tracce lasciate dall'uomo sin dal Paleolitico superiore.
Nella grotta di Cala Genovese (o del Genovese) si trova uno dei piu' straordinari complessi figurativi di arte rupestre preistorica. Le raffigurazioni si distinguono in due cicli artistici differenti per tecnica ed eta'.
Il ciclo piu' recente e' costituito da pitture in colore nero ad eccezione di una in ocra rossa, riproducenti circa un centinaio di figure antropomorfe, zoomorfe e simboliche: per i confronti con l'arte franco-cantabrica vengono datate ad epoca neo-eneolitica.
Il secondo ciclo, piu' antico perche' riferibile al Paleolitico superiore (10.000 anni a.C.), e' costituito da raffigurazioni incise riproducenti 29 animali e 3 figure umane. Lo stile di queste incisioni e' naturalistico, le figure degli animali, visti di profilo, consistono in bovidi, cervidi ed equidi; tra questi ultimi compare anche l'equus hydruntinus, oggi estinto.
Le altre grotte per i ricchi depositi antropozoici, testimoniano una eccezionale richezza di industrie litiche del Paleolitico superiore. Le successive fasi, fenicio-punica ed ellenistica, sono riscontrabili in diverse parti dell'isola per la presenza in superficie di frammenti ceramici.
Al periodo romano e' attribuibile infine, oltre a varie testimonianze di mosaici, tesoretti, monetali, ecc, un importantissimo impianto scoperto a Cala Minnola destinato alla produzione del garum.
Considerato che Maraone e Formica poste fra Levanzo e la costa trapanese possono considerarsi piu' scogli che isole.
Maraone, infatti, e' un grosso scoglio lungo 600 m. piatto e deserto.
Formica e' un isolotto largo 680 m. ed e' caratterizzato soprattutto dai fabbricati della vecchia tonnara, non piu' in funzione.
Notevole e' il loro valore dal punto di vista naturalistico. 
L'arcipelago delle Egadi, riveste, inoltre notevole importanza sotto il profilo faunistico, infatti la conformazione stessa del suolo, uniforme per la predominanza della roccia affiorante, ma tuttavia differenziata nella struttura, da' luogo ad ambienti particolarmente adatti ad un popolamento faunistico diversificato. 
Qui nidificano la Hieraetus fasciatus (aquila del bonelli), la Hydrobates pelagicus (uccello delle tempeste), il Larus cachinnans (gabbiano reale), la Puffinus puffinus (berta minore), Sylvia undata (Magnanina), etc...
Inoltre le alte scogliere costituiscono l'approdo naturale dell'avifauna in migrazione ed il luogo di nidificazione ideale di alcune specie di uccelli marini.
Considerato che con decreto del presidente della Regione siciliana n. 2667 del 10 agosto 1991 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 53 del 16 novembre 1991, l'intero arcipelago delle Egadi e' stato interamente sottoposto a vincolo paesaggistico, ai sensi e per gli effetti della legge n. 1497/1939;
Considerato che, cosi' come rappresentato dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Trapani nella citata nota n. 7408 del 27 agosto 2003, recante ad oggetto: "Piano territoriale aesistico delle Isole Egadi", "si e' giunti alla fase conclusiva dell'atto di pianificazione in questione";
Ritenuto che nelle more degli accertamenti, verifiche e adempimenti di cui al citato decreto amministrativo n. 5820 dell'8 maggio 2002, necessari per la rivisitazione del piano territoriale paesistico delle Isole Egadi, occorre, cosi' come richiesto dalla Soprintendenza beni culturali ed ambientali di Trapani, porre rimedio al grave rischio di interventi indiscriminati, idonei ad alterare i connotati salienti dell'Arcipelago delle Egadi, che va salvaguardato, inibendo eventuali attivita' che possano modificare l'aspetto dei luoghi di singolare pubblico interesse paesaggistico, mediante la dichiarazione di immodificabilita' temporanea, in applicazione dell'art. 5 della legge regionale n. 15/91;
Considerato che l'apposizione di un termine finale al provvedimento di vincolo come sopra descritto e' imposto, ferma restando la condizione risolutiva dell'approvazione del piano territoriale paesistico dell'area suddetta, dal disposto dell'art. 2 della legge 19 novembre 1968, n. 1187 e dell'art. 1 della legge regionale 5 novembre 1973, n. 38, applicabili analogicamente nel caso di specie;
Ritenuto che alla dichiarazione di immodificabilita' temporanea interessante il territorio suddetto, debba far seguito l'emanazione di una adeguata e definitiva disciplina di uso del territorio da dettarsi ai sensi dell'art. 149 del testo unico n. 490/1999 e dell'art. 1-bis della legge n. 431/1985, mediante la redazione di un piano territoriale paesistico e comunque non oltre il termine di mesi due dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana;

Decreta:

Art. 1.
Al fine di garantire le migliori condizioni di tutela, ai sensi e per gli effetti dell'art. 5 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 15, fino all'approvazione del piano territoriale paesistico e comunque non oltre il termine di mesi due dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, e' vietata ogni modificazione dell'assetto del territorio dell'Arcipelago delle Isole Egadi - ricadente nel territorio comunale di Favignana costituito dalle isole di Favignana, Levanzo e Marettimo e dagli scogli di Formica e Maraone ad esclusione dei centri abitati e dell'area cimiteriale esistente ed in ampliamento di Favignana, cosi' come descritto e delimitato in premessa e nelle planimetrie "A" sub. 1 e 2, "B", "C", "D", "E", "F", "G", "H", "I" ed "L" allegate al presente decreto di cui formano parte integrante e sostanziale - nonche' qualsiasi opera edilizia, con esclusione degli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico, di restauro conservativo e delle opere pubbliche e interventi di pubblico interesse approvati in linea tecnica, anche ai sensi dell'art. 151 del testo unico n. 490/1999, alla data di entrata in vigore del presente decreto.

Art. 2.
Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, unitamente alle planimetrie di cui sopra e' cenno ai sensi degli articoli 142, comma 1 del testo unico n. 490/99 e 12 del regio decreto n. 1357/1940.
Una copia della Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana contenente il presente decreto, sara' trasmessa entro il termine di mesi uno dalla sua pubblicazione, per il tramite della competente Soprintendenza, al comune di Favignana, perche' venga affissa per tre mesi naturali e consecutivi all'albo pretorio del comune stesso. 
Altra copia della gazzetta, assieme alle planimetrie della zona vincolata, sara' contemporaneamente depositata presso gli uffici del comune di Favignana, ove gli interessati potranno prenderne visione. 
La Soprintendenza competente comunichera' a questo dipartimento la data dell'effettiva affissione del numero della gazzetta sopra citata all'albo del comune di Favignana.

Art. 3.
Avverso il presente decreto e' ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R. entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, nonche' ricorso straordinario al presidente della regione entro centoventi giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana

Palermo, 25 settembre 2003
Il dirigente dell'unita' operativa: Di Rosa


Allegati
(omessi)