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Decreto 2 maggio 2006
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio. Requisiti relativi al centro di raccolta e all'impianto di trattamento dei veicoli fuori uso non disciplinati dal decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e successive modificazioni, ai sensi dell'articolo 231 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
(GU n. 112 del 16-5-2006)
(con
comunicato ministeriale pubblicato nella GU n. 146 del 26-6-2006
è stata segnalata l'inefficacia del presente decreto)
IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
di concerto con
IL MINISTRO DELLE ATTIVITA' PRODUTTIVE
e
IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ed in particolare l'art. 231
riguardante i veicoli fuori uso non disciplinati dal decreto legislativo 24
giugno 2003, n. 209;
Visto il decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, relativo all'attuazione
della direttiva 2000/53/CE in materia di veicoli fuori uso;
Visto il decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 149, recante disposizioni
correttive ed integrative al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209;
Decreta:
Art. 1.
1. Le norme tecniche relative alle caratteristiche dei centri di raccolta e
degli impianti di trattamento dei veicoli fuori uso non disciplinati dal decreto
legislativo 24 giugno 2003, n. 209, sono riportate all'allegato 1.
2. Le norme tecniche relative alle operazioni per la messa in sicurezza, la
demolizione e il trattamento per la promozione del riciclaggio del veicolo fuori
uso non disciplinati dal decreto
legislativo 24 giugno 2003, n. 209, sono riportate all'allegato 2.
3. L'elenco delle parti di ricambio attinenti alla sicurezza dei veicoli non
disciplinati dal decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, sono riportate
all'allegato 3.
Art. 2.
1. Il presente decreto e' inviato per la pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana e sul sito istituzionale www.comdel.it
Roma, 2 maggio 2006
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio
Matteoli
Il Ministro delle attivita' produttive
Scajola
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
Lunardi
Allegato 1
REQUISITI RELATIVI AL CENTRO DI RACCOLTA E ALL'IMPIANTO DI
TRATTAMENTO DEI VEICOLI FUORI USO NON DISCIPLINATI DAL DECRETO
LEGISLATIVO 24 GIUGNO 2003, N. 209
1. Ubicazione dell'impianto di trattamento.
1.1. Al fine del rilascio dell'autorizzazione agli impianti di trattamento dei
veicoli fuori uso non disciplinati dal decreto legislativo 24 giugno 2003, n.
209, l'autorita' competente tiene conto dei seguenti principi generali relativi
alla localizzazione degli stessi impianti:
1.1.1. Il centro di raccolta e l'impianto di trattamento non devono ricadere:
a) in aree individuate nei piani di bacino, ai sensi dell'art. 17, comma 3,
lettera m), della legge 18 maggio 1989, n. 183, e successive modifiche;
b) in aree individuate ai sensi dell'art. 3 del decreto del Presidente della
Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni, fatto salvo il
caso in cui la localizzazione e' consentita a seguito della valutazione di
impatto ambientale o della valutazione di incidenza, effettuate ai sensi
dell'art. 5 del medesimo decreto;
c) in aree naturali protette sottoposte a misure di salvaguardia ai sensi
dell'art. 6, comma 3, della legge 6 dicembre
1991, n. 394, e successive modifiche;
d) in aree site nelle zone di rispetto di cui all'art. 21, comma 1, del decreto
legislativo 11 maggio 1999, n. 152, e successive modifiche;
e) nei territori sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto
legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, e successive modifiche, salvo specifica
autorizzazione regionale, ai sensi dell'art. 151 del citato decreto.
1.1.2. Il centro di raccolta e l'impianto di trattamento non devono essere
ubicati in aree esondabili, instabili e alluvionabili comprese nelle fasce A e B
individuate nei piani di assetto idrogeologico di cui alla legge n. 183 del
1989.
1.1.3. Per ciascun sito di ubicazione sono valutate le condizioni locali di
accettabilita' dell'impianto in relazione ai seguenti parametri:
a) distanza dai centri abitati; a tal fine, per centro abitato si intende un
insieme di edifici costituenti un raggruppamento continuo, ancorche'
intervallato da strade, piazze, giardini o simili, costituito da non meno di
venticinque fabbricati e da aree di uso pubblico con accessi veicolari o
pedonali sulla strada;
b) presenza di beni storici, artistici, archeologici e paleontologici.
1.1.4. Nell'individuazione dei siti idonei alla localizzazione sono da
privilegiare:
1) le aree industriali dismesse;
2) le aree per servizi e impianti tecnologici;
3) le aree per insediamenti industriali ed artigianali.
1.2. Le regioni devono favorire la rilocalizzazione del centro di raccolta e
dell'impianto di trattamento ubicati in aree non idonee, individuando, a tal
fine, appositi strumenti di agevolazione.
1.3. L'area prescelta per la localizzazione del centro di raccolta e dell'impianto di trattamento deve essere servita dalla rete viaria di scorrimento urbano ed essere facilmente accessibile da parte di automezzi pesanti.
2. Requisiti del centro di raccolta e dell'impianto di trattamento.
2.1. Il centro di raccolta e l'impianto di trattamento sono dotati di:
a) area adeguata, dotata di superficie impermeabile e di sistemi di raccolta
dello spillaggio, di decantazione e di
sgrassaggio;
b) adeguata viabilita' interna per un'agevole movimentazione, anche in caso di
incidenti;
c) sistemi di convogliamento delle acque meteoriche dotati di pozzetti per il
drenaggio, vasche di raccolta e di decantazione, muniti di separatori per oli,
adeguatamente dimensionati;
d) adeguato sistema di raccolta e di trattamento dei reflui, conformemente a
quanto previsto dalla normativa vigente in materia ambientale e sanitaria;
e) deposito per le sostanze da utilizzare per l'assorbimento dei liquidi in caso
di sversamenti accidentali e per la neutralizzazione di soluzioni acide
fuoriuscite dagli accumulatori;
f) idonea recinzione lungo tutto il loro perimetro.
2.2. Il centro di raccolta e' strutturato in modo da garantire:
a) l'adeguato stoccaggio dei pezzi smontati e lo stoccaggio su superficie impermeabile dei pezzi contaminati da oli;
b) lo stoccaggio degli accumulatori in appositi contenitori, effettuando, sul
posto o altrove, la neutralizzazione elettrolitica dei filtri dell'olio e dei
condensatori contenenti policlorobifenili o policlorotrifenili;
c) lo stoccaggio separato, in appositi serbatoi, dei liquidi e dei fluidi
derivanti dal veicolo fuori uso, quali carburante, olio motore, olio del cambio,
olio della trasmissione, olio idraulico, liquido di raffreddamento, antigelo,
liquido dei freni, acidi degli accumulatori, fluidi dei sistemi di
condizionamento e altri fluidi o liquidi contenuti nel veicolo fuori uso;
d) l'adeguato stoccaggio dei pneumatici fuori uso.
2.3. Al fine di minimizzare l'impatto visivo dell'impianto e la rumorosita'
verso l'esterno, il centro di raccolta e' dotato di adeguata barriera esterna di
protezione ambientale, realizzata con siepi o alberature o schermi mobili.
2.4. Il titolare del centro di raccolta garantisce la manutenzione nel tempo
della barriera di protezione ambientale.
3. Organizzazione del centro di raccolta.
3.1. Il centro di raccolta e' organizzato, in relazione alle attivita' di
gestione poste in essere, nei seguenti specifici settori corrispondenti, per
quanto possibile, alle diverse fasi di gestione del veicolo fuori uso:
a) settore di conferimento e di stoccaggio del veicolo fuori uso prima del
trattamento;
b) settore di trattamento del veicolo fuori uso;
c) settore di deposito delle parti di ricambio;
d) settore di rottamazione per eventuali operazioni di riduzione volumetrica;
e) settore di stoccaggio dei rifiuti pericolosi;
f) settore di stoccaggio dei rifiuti recuperabili;
g) settore di deposito dei veicoli trattati.
3.2. I settori di raccolta dei veicoli trattati e di stoccaggio dei veicoli
fuori uso prima del trattamento possono essere utilizzati indifferentemente per
entrambe le categorie di veicoli alle seguenti condizioni:
a) i veicoli devono essere tenuti separati;
b) entrambi i settori devono presentare idonee caratteristiche di
impermeabilita' e di resistenza.
3.3. Qualora, in un impianto in esercizio alla data di entrata in vigore del
presente decreto, il settore destinato al deposito dei veicoli trattati non
presenti idonee caratteristiche di impermeabilita' e di resistenza non puo'
essere utilizzato, nelle more dell'adeguamento dell'impianto, per il deposito
dei veicoli ancora da trattare.
3.4. I settori di cui al punto 3.1 devono avere un'area adeguata allo
svolgimento delle operazioni da effettuarvi e devono avere superfici
impermeabili, costruite con materiali resistenti alle sostanze liquide contenute
nei veicoli. Detti settori devono essere dotati di apposita rete di drenaggio e
di raccolta dei reflui, munita di decantatori con separatori per oli.
3.5. I settori di trattamento, di deposito di parti di ricambio e di stoccaggio dei rifiuti pericolosi, di cui rispettivamente alle lettere b), c), ed e) del punto 3.1, devono essere dotati di apposita copertura.
4. Criteri per lo stoccaggio.
4.1. I contenitori o i serbatoi fissi o mobili, compresi le vasche ed i bacini
utilizzati per lo stoccaggio dei rifiuti, devono possedere adeguati requisiti di
resistenza, in relazione alle proprieta' chimico-fisiche ed alle caratteristiche
di pericolosita' dei rifiuti stessi.
4.2. I contenitori o i serbatoi fissi o mobili devono essere provvisti di
sistemi di chiusura, di accessori e di dispositivi atti ad effettuare, in
condizioni di sicurezza, le operazioni di riempimento, di travaso e di
svuotamento.
4.3. Le manichette ed i raccordi dei tubi utilizzati per il carico e lo scarico
dei rifiuti liquidi contenuti nelle cisterne sono mantenuti in perfetta
efficienza, al fine di evitare dispersioni nell'ambiente.
4.4. Il serbatoio fisso o mobile deve riservare un volume residuo di sicurezza
pari al 10% ed essere dotato di dispositivo antitraboccamento o di tubazioni di
troppo pieno e di indicatore di livello.
4.5. Qualora lo stoccaggio dei rifiuti liquidi pericolosi e' effettuato in un
bacino fuori terra, questo deve essere dotato di un bacino di contenimento di
capacita' pari al serbatoio stesso, oppure, nel caso che nello stesso bacino di
contenimento vi siano piu' serbatoi, pari ad almeno il 1/3 del volume totale dei
serbatoi e, in ogni caso, non inferiore al volume del serbatoio di maggiore
capacita'. Sui recipienti fissi e mobili deve essere apposta apposita
etichettatura, con l'indicazione del rifiuto stoccato conformemente alle norme
vigenti in materia di etichettatura di sostanze pericolose.
4.6. Lo stoccaggio degli accumulatori e' effettuato in appositi contenitori
stagni dotati di sistemi di raccolta di eventuali liquidi che possono
fuoriuscire dalle batterie stesse e che devono essere neutralizzati in loco.
4.7. La gestione del CFC e degli HCF avviene in conformita' a quanto previsto
dal decreto ministeriale 20 settembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana del 1° ottobre 2002, n. 230.
4.8. Per i rifiuti pericolosi sono, altresi', rispettate le norme che
disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute.
4.9. Qualora lo stoccaggio avvenga in cumuli, detti cumuli devono essere
realizzati su basamenti impermeabili resistenti all'attacco chimico dei rifiuti,
che permettono la separazione dei rifiuti dal suolo sottostante. L'area deve
avere una pendenza tale da convogliare gli eventuali liquidi in apposite
canalette e in pozzetti di raccolta. Lo stoccaggio in cumuli di rifiuti deve
avvenire in aree confinate e i rifiuti pulvirulenti devono essere protetti a
mezzo di appositi sistemi di copertura.
4.10. Lo stoccaggio degli oli usati e' realizzato nel rispetto delle
disposizioni di cui al decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 95, e successive
modificazioni, e al decreto ministeriale 16 maggio 1996, n. 392. I pezzi
smontati contaminati da oli devono essere stoccati su basamenti impermeabili.
4.11. I recipienti, fissi o mobili, utilizzati all'interno dell'impianto di
trattamento e non destinati ad essere reimpiegati per le stesse tipologie di
rifiuti, sono sottoposti a trattamenti di bonifica idonei a consentire le nuove
utilizzazioni. Detti trattamenti sono effettuati presso idonea area
dell'impianto appositamente allestita o presso centri autorizzati.
Allegato 2
OPERAZIONI PER LA MESSA IN SICUREZZA, LA DEMOLIZIONE E IL TRATTAMENTO PER LA
PROMOZIONE DEL RICICLAGGIO DEI VEICOLI FUORI USO NON DISCIPLINATI DAL DECRETO
LEGISLATIVO 24 GIUGNO 2003, N. 209
1. Le operazioni per la messa in sicurezza del veicolo fuori uso sono effettuate
secondo le seguenti modalita' e prescrizioni:
a) rimozione degli accumulatori, neutralizzazione delle soluzioni acide
eventualmente fuoriuscite e stoccaggio in appositi contenitori stagni dotati di
sistemi di raccolta di eventuali liquidi che possono fuoriuscire dalle batterie
stesse; la neutralizzazione elettrolitica puo' essere effettuata sul posto o in
altro luogo;
b) rimozione dei serbatoi di gas compresso ed estrazione, stoccaggio e
combustione dei gas ivi contenuti nel rispetto della normativa vigente per gli
stessi combustibili;
c) rimozione o neutralizzazione dei componenti che possono esplodere, quali
airbag;
d) prelievo del carburante e avvio a riuso;
e) rimozione, con raccolta e deposito separati in appositi contenitori, secondo
le modalita' e le prescrizioni fissate per lo stoccaggio dei rifiuti pericolosi,
di olio motore, di olio della trasmissione, di olio del cambio, di olio del
circuito idraulico, di antigelo, di liquido refrigerante, di liquido dei freni,
di fluidi refrigeranti dei sistemi di condizionamento e di altri liquidi e
fluidi contenuti nel veicolo fuori uso, a meno che non siano necessari per il
reimpiego delle parti interessate. Durante l'asportazione devono essere evitati
sversamenti e adottati opportuni accorgimenti e utilizzate idonee attrezzature
al fine di evitare rischi per gli operatori addetti al prelievo;
f) rimozione del filtro-olio che deve essere privato dell'olio, previa
scolatura; l'olio prelevato deve essere stoccato con gli oli lubrificanti; il
filtro deve essere depositato in apposito contenitore, salvo che il filtro
stesso non faccia parte di un motore destinato al reimpiego;
g) rimozione e stoccaggio dei condensatori contenenti PCB;
h) rimozione, per quanto fattibile, di tutti i componenti identificati come contenenti mercurio.
2. Attivita' di demolizione.
2.1. L'attivita' di demolizione si compone delle seguenti fasi:
a) smontaggio dei componenti del veicolo fuori uso od altre operazioni
equivalenti, volte a ridurre gli eventuali effetti nocivi sull'ambiente;
b) rimozione, separazione e deposito dei materiali e dei componenti pericolosi
in modo selettivo, cosi' da non contaminare i successivi residui della
frantumazione provenienti dal veicolo fuori uso;
c) eventuale smontaggio e deposito dei pezzi di ricambio commercializzabili,
nonche' dei materiali e dei componenti recuperabili, in modo da non
compromettere le successive possibilita' di reimpiego, di riciclaggio e di
recupero.
3. Operazioni di trattamento per la promozione del riciclaggio.
3.1. Le operazioni di trattamento per la promozione del riciclaggio consistono:
a) nella rimozione del catalizzatore e nel deposito del medesimo in apposito
contenitore, adottando i necessari provvedimenti per evitare la fuoriuscita di
materiali e per garantire la sicurezza degli operatori;
b) nella rimozione dei componenti metallici contenenti rame, alluminio e
magnesio, qualora tali metalli non sono separati nel processo di frantumazione;
c) nella rimozione dei pneumatici, qualora tali materiali non vengono separati
nel processo di frantumazione, in modo tale da poter essere effettivamente
riciclati come materiali;
d) nella rimozione dei grandi componenti in plastica, quali paraurti, cruscotto
e serbatoi contenitori di liquidi, se tali
materiali non vengono separati nel processo di frantumazione, in modo tale da
poter essere effettivamente riciclati come materiali;
e) nella rimozione dei componenti in vetro.
4. Criteri di gestione.
4.1. Nell'area di conferimento non e' consentito l'accatastamento dei veicoli.
4.2. Per lo stoccaggio del veicolo messo in sicurezza e non ancora sottoposto a
trattamento e' consentita la sovrapposizione massima di tre veicoli, previa
verifica delle condizioni di stabilita' e valutazione dei rischi per la
sicurezza dei lavoratori, purche' l'altezza complessiva non sia superiore ai
cinque metri.
4.3. L'accatastamento delle carcasse gia' sottoposte alle operazioni di messa in sicurezza ed il cui trattamento e' stato completato non deve essere superiore ai cinque metri di altezza.
4.4. Le parti di ricambio destinate alla commercializzazione sono stoccate
prendendo gli opportuni accorgimenti, per evitare il loro deterioramento ai fini
del successivo reimpiego.
4.5. Lo stoccaggio dei rifiuti recuperabili e' realizzato in modo tale da non
modificare le caratteristiche del rifiuto e da non comprometterne il successivo
recupero.
4.6. Le operazioni di stoccaggio sono effettuate evitando danni ai componenti
che contengono liquidi e fluidi.
4.7. I pezzi smontati sono stoccati in luoghi adeguati ed i pezzi contaminati da
oli sono stoccati su basamenti impermeabili.
Allegato 3
PARTI DI RICAMBIO ATTINENTI ALLA SICUREZZA DEI VEICOLI NON DISCIPLINATI DAL
DECRETO LEGISLATIVO 24 GIUGNO 2003, N. 209
1. Il presente allegato riporta l'elenco delle parti di ricambio attinenti alla
sicurezza dei veicoli, elaborato sulla base dei seguenti criteri:
a) componenti il cu funzionamento errato provoca direttamente una perdita di
controllo dell'autoveicolo o qualsiasi altro grave rischio per gli occupanti o
eventuali terzi coinvolti;
b) componenti il cui mancato funzionamento non e' avvertibile dal conducente con
un anticipo sufficiente a permettere di arrestare la marcia del veicolo od a
consentire manovre tali da eliminare le possibilita' di rischio.
Impianto freni:
servofreno:
pompa/cilindro freni;
dischi/tamburi;
pinza completa;
disco portafreni;
tubazioni flessibili/rigide;
pedaliera completa;
caveria freno a mano;
leva freno a mano;
sterzo:
albero superiore e inferiore snodato;
tiranteria lato cremagliera/ruote;
tubazioni idroguida;
organi servosterzo;
sospensione anteriore/posteriore:
montanti/mozzi/fusi con relativi cuscinetti;
bracci oscillanti;
perni a sfera;
puntoni/barre stabilizzatrici/aste longitudinali;
traverse e telai;
ammortizzatori.
Trasmissione:
semiassi.
Varie:
tubazioni impianto alimentazione;
pompa benzina esterna;
sistemi di ritenuta per sicurezza passiva (cinture, pretensionatori, air bag).