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A.I.B.
Indice argomenti:
Struttura del gruppo antincendio
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UOMINI, ORGANIZZAZIONE LOGISTICA.
Il limite dei volontari è quello di non spegnere incendi per mestiere, ma solo nel tempo libero. Ciò li rende spesso meno esperti e capaci dei professionisti e più esposti ad errori e a critiche. Ciò che invece rende prezioso l’intervento dei volontari è l’entusiasmo che finisce per contagiare anche che viene pagato per questo lavoro.
E’ fondamentale che chiunque decida di affrontare questa dura attività estiva, si ricordi sempre che anche se è un volontario, quando ha deciso di partecipare ad una operazione di spegnimento, qualsiasi sia la sua mansione, non è affatto privo di responsabilità e di doveri verso gli altri volontari.
IL GRUPPO ANTINCENDIO VA STRUTTURATO IN MODO CHIARO IN BASE AI VARI MOMENTI DELL’ATTIVITÀ:
- AVVISTATORI: fissi o mobili, possono anche essere ragazzi tra i 14 e i 18 anni di età. Essi devono essere buoni conoscitori della zona, della toponomastica locale e della viabilità, essere chiari e concisi nel comunicare via telefono o radio, essere dotati di radio VHF (o altro) o telefono cellulare binocolo ed eventuali carte topografiche. La loro presenza funge anche da deterrente per gli incendiari.
- BASE: dove c’è sempre qualcuno a ricevere le segnalazioni, capace nel comunicare via telefono a radio avendo sempre ben presente la sequenza prestabilita di chiamate da fare, se possibile deve avere una buona conoscenza della zona (carte topografiche). Quando la segnalazione di un incendio è certa, la base avverte in primo luogo il coordinamento regionale antincendio del Corpo Forestale (numero verde 1515), quindi direttamente la squadra.
- COORDINATORE DEI VOLONTARI: ha funzioni prettamente organizzative, di collegamento tra base e caposquadra, con il quale decide se, come, dove e quando intervenire sul fuoco; appresta i rifornimenti di acqua per le pompe e da bere, cibo, attrezzature per la squadra di spegnimento; prepara, comunicando con la base, eventuali squadre di ricambio.
Il coordinatore dei volontari si pone in posizione comoda lungo una strada o stradello da dove può seguire le fasi dello spegnimento, nei pressi del mezzo con l’attrezzatura ed i viveri di tutto il gruppo. Egli deve essere sempre in contatto e collaborazione con il coordinatore vero e proprio del Corpo Forestale, figura ufficiale che dirige tutte le operazioni, comprese quelle dei volontari (a volte, nel caso ci siano pochi uomini disponibili, il coordinatore dei volontari può essere del tutto sostituito da quello del Corpo Forestale che potrà usare la radio dei volontari).
Sarà dotato di radio o cellulare,, di binocolo, carta topografica della zona, bussola, cassetta del pronto soccorso, se possibile di penna e taccuino ove annotare numeri telefonici, frequenze, nominativi, fasi dell’incendio, ecc. In molti casi è utile che sia coadiuvato da un volontario che assume il compito di staffetta. Risulta evidente come il coordinatore dei volontari deve essere una persona con esperienza, capacità organizzative e comunicative, conoscenza dei luoghi ed abilità nell’evitare le inutili discussioni che spesso esplodono tra i curiosi e chi si da fare
- CAPO SQUADRA: dirige le fasi di spegnimento e di rifornimento, a lui spetta sempre l’ultima parola in materia è il più esperto, è un conoscitore dei luoghi, dei componenti della squadra, delle condizioni in cui si opera, sa “farsi sentire” senza esagerare, partecipa egli stesso alle operazioni di spegnimento. Comunica via radio con il coordinatore dei volontari e con squadra rifornimento.
Il ruolo del caposquadra è sicuramente il più difficile e quello che comporta la maggiore responsabilità, gli altri membri della squadra devono tener conto di ciò coadiuvandolo nel prendere decisioni, evitando inutili discussioni durante lo spegnimento: critiche e rimostranze si faranno dopo con calma. La cosa più importante che deve sapere il caposquadra è quando ritirarsi dal fuoco.
- SQUADRA DI SPEGNIMENTO: capo compreso, richiede a chi la compone buone doti di resistenza fisica, capacità di mantenere la calma nelle situazioni pericolose ma prontezza di riflessi, abilità nel muoversi su terreni accidentati, spirito di gruppo. E’ importante che nella squadra che opera sulle fiamme i principianti siano sempre in forte minoranza (1/5), affidati ciascuno ad un volontario più esperto ed impiegati solo in operazioni di consolidamento e bonifica.
POSSIAMO INDIVIDUALE PER SEMPLICITÀ TRE TIPI DI SQUADRA DI SPEGNIMENTO:
Squadra minima, squadra completa, squadra con autopompa.
- SQUADRA MINIMA: composta da 4 o 5 persone (una autovettura) dotata di attrezzatura manuale e meccanica leggera (decespugliatore, soffiatore, ecc.); Agisce nel primo intervento in caso di principi di incendio o di incendi di steppa. E’ il nucleo minimo di persone che possa operare sul fuoco con una qualche efficacia; la durata della sua azione è breve e quindi può fare a meno del coordinatore e della squadra di rifornimento, è opportuno comunque che anche questa squadra sia collegata con la base per comunicare eventuali difficoltà o necessità di rinforzi.
- SQUADRA COMPLETA: composta da 6 a 12 persone, dotate di attrezzatura manuale e meccanica leggera. Questa squadra necessita sempre del coordinatore e della squadra di rifornimento (2 - 8 persone). Il numero di persone che operano nella squadra di spegnimento non deve essere superiore alle 11 - 12, per non creare difficoltà di direzione e coordinamento al caposquadra. Se si dispone di un numero superiore di persone e la situazione lo richiede è bene creare un’altra squadra con rispettivo capo, seguita sempre dallo stesso coordinatore. Una squadra completa può affrontare anche incedi di macchia bassa e incendi in boschi radi (sugherete) se non c’è troppo vento.
- SQUADRA CON AUTOPOMPA: composta da 3 persone, dotata anche di attrezzatura manuale, oltre che della pompa e serbatoio portati dal fuoristrada. Il ruolo del coordinatore viene assunto da una delle tre persone portate dal mezzo, che si occupa della pompa e dei collegamenti. Il capo squadra interviene con un altro volontario alternandosi alla lancia.
La squadra con autopompa non necessita di quella con rifornimento, ma può essere coadiuvata da un’altra (minima o completa) per operazioni di bonifica o di spegnimento in altre parti dell’incendio non raggiungibili con l’acqua. L’impiego di un’autopompa rende più efficace l’intervento nel raggio di 100 - 150 metri da dove questa può arrivare, permettendo, in alcuni casi, di intervenire anche sulla macchia alta.
- SQUADRA DI RIFORNIMENTO (O DI SUPPORTO): si occupa di portare acqua potabile (con integratore salino) e vivande agli uomini della squadra di spegnimento e si occupa di rifornirli di acqua per le pompe a zaino, miscela per i decespugliatori e di altre attrezzature che via via si rendono necessarie durante le varie fasi dell’intervento. Richiede a chi la compone una minore preparazione, ma non minori fatiche. Comunque ne farà parte anche qualcuno che conosce bene il terreno ed i sentieri. Non c’è netta separazione tra i componenti della squadra di rifornimento e quella di spegnimento in quanto possono alternarsi o sostituirsi tra di loro, di questi cambi bisogna sempre informare caposquadra e coordinatore, così come del percorso seguito dai rifornimenti. A questo proposito, se si decide di organizzare un gruppo antincendio senza aver mai avuto esperienze dirette, è bene, dopo essersi preparati teoricamente (corsi antincendio boschivo), farlo presente al coordinatore ufficiale (C.F.S.), e dedicarsi la prima volta solo alla bonifica degli incendi e solo dopo aver completato l’organizzazione ed affidandosi al coordinatore ufficiale ed alle squadre professionali, si potrà cominciare ad attaccare il fuoco direttamente.
E’ molto importante, infine , che ci sia sempre qualcuno che si occupi della manutenzione dei mezzi, del loro reperimento, acquisto e dei fondi necessari, che si occupi di reclutare i nuovi volontari, pubblicizzare l’attività svolta e di mantenere gli indispensabili rapporti con le istituzioni ( Comune, Provincia, Regione, Corpo Forestale dello Stato, Vigli del Fuoco, ecc.) e le eventuali altre associazioni. Uno o più responsabili possono dedicarsi queste cose, sempre con l’aiuto di altri volontari. Senza queste attività non è possibile nessun tipo di lotta antincendio. Prima dell’estate il gruppo antincendio prepara al meglio le attrezzature ed i volontari stessi organizzando veri e propri corsi ed esercitazioni all’uso di attrezzi e mezzi (senza fuoco naturalmente!)che aiuteranno a definire l’indispensanbile struttura organizzativa. Per questo fine non bisogna esitare a chiede collaborazione a chi ha più esperienza nel campo (C.F.S., VV.F F., altre associazioni di volontariato).
Fanno parte della preparazione di un volontario antincendio: nozioni di pronto soccorso, capacità di usare le ricetrasmittenti, buona conoscenza della topografia locale, qualche nozione di meccanica. Bisogna ricordare che il volontariato antincendio boschivo è considerato ormai parte del Servizio Nazionale di Protezione Civile, istituito dalla legge 24/02/92, n° 225, assieme a: Corpo Nazionale dei Vigli del Fuoco (componenti fondamentali), Forze Armate, Forze di Polizia, Corpo Forestale dello Stato, Servizi Tecnici Nazionali, Croce Rossa Italiana, Servizio sanitario Nazionale, Volontariato, Corpo Nazionale di Soccorso Alpino.
Perché l’associazione di volontariato venga riconosciuta tale deve risultare iscritta nel registro regionale delle organizzazioni di volontariato, così come prescrive la legge 11/08/1991, n. 266. Questa legge definisce l’attività di volontariato (art. 2) come quelle prestate in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l’organizzazione di cui il volontariato fa parte, senza fini di lucro, anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà.
Inoltre obbliga l’assicurazione degli aderenti all’organizzazione, contro infortuni e malattie connessi allo svolgimento dell’attività stessa, nonché per la responsabilità civile verso i terzi (art. 4).
L’Iscrizione ai registri regionali è condizione necessaria per accedere ai contributi pubblici nonché per stipulare le convenzioni e per beneficiare delle agevolazioni fiscali (art. 6).
Si possono stipulare convenzioni tra organizzazioni di volontariato e Stato, Regione, Province Autonome, Enti Locali, ecc.(art. 7). La convenzione contiene disposizioni dirette a garantire l’esistenza delle condizioni necessarie a svolgere con continuità l’attività oggetto della convenzione stessa.
La copertura assicurativa è elemento essenziale della convenzione e gli oneri relativi sono a carico dell’Ente con il quale viene stipulata.
Questa legge, infine, prevede che i lavoratori, facenti parte delle organizzazioni iscritte nei registri personali, per espletare attività di volontariato possano usufruire di particolari forme di flessibilità dell’orario di lavoro o di turnazione (art. 17).
E’ molto importante che chi interviene sul fuoco sia equipaggiato al meglio per l’efficacia del lavoro ma soprattutto per la sicurezza; ed è per questi motivi che una squadra di volontari ben equipaggiata viene presa in maggior considerazione dal Corpo Forestale e dai Vigili del Fuoco.
Scarponi di cuoio: sono l’elemento più importante assieme alla tuta, permettono di muoversi su ogni terreno proteggendo i piedi da asperità, spine e dal calore delle braci su cui spesso si deve camminare. Devono essere in cuoio con suola anticalore, comodi possibilmente alti (tipo "anfibio"). Assolutamente sconsigliati gli scarponi da trekking di nuovo tipo; infatti, anche se sono molto comodi, la loro suola così come la tomaia sono estremamente vulnerabili al calore; per lo stesso motivo anche i lacci devono essere in cotone. E’ bene usare scarponi già collaudati, perché durante un incendio si può camminare molto. Esistono in commercio appositi stivaletti antincendio ma per quanto utili, sono poco adatti ai continui spostamenti su terreni accidentati.
Tute da lavoro: si possono trovare in commercio molte tute specifiche in materiale ignifugo e termoisolante il cui costo però ne rende poco realistico l’uso per il volontariato. Trovano soddisfacente impiego le tute in cotone (100% da evitare categoricamente le tute in poliammide o simili) intere con rinforzo sulle gambe. La tuta deve avere maniche lunghe per proteggere le braccia da spine e calore. Alla base i pantaloni devono essere dotati di un elastico o meglio di un sistema tipo "veltro" per chiuderli sugli scarponi, inoltre la tuta dovrebbe essere dotata di almeno un a tasca con chiusura. Il colore deve essere rosso o arancione e non "mimetico", infatti tutti devono essere ben visibili a distanza per motivi operativi e di sicurezza. Si possono poi applicare bande fluorescenti su braccia e schiena per essere visibili di notte.
E’ importante che la tuta si possa indossare velocemente, e che abbia la chiusura lampo protetta. Sotto la tuta va sempre indossata una maglietta di cotone.
Guanti: le mani durante lo spegnimento del fuoco sono la parte del corpo più esposta al calore e al pericolo di piccole ustioni, ferite, vesciche; per la loro protezione si usano guanti da lavoro in cuoio o in tela e cuoio, ne esistono modelli che proteggono anche parte dell’avambraccio (alla "moschettiera"). Poiché si possono perdere molto facilmente bisogna dotarli di un occhiello ed un anello per appenderli alla cintura quando non si usano.
Cinturone: di tela o di cuoio molto largo, dotato di anelli o moschettoni, serve per portare la borraccia, i guanti, eventualmente il casco o la radio o la roncola nel suo fodero.
Borraccia: ogni volontario deve avere con sé una borraccia da un litro, piena d’acqua, portata a tracolla o alla cintura. Il sole estivo, il duro lavoro fisico, il calore del fuoco disidratano in breve tempo ed in queste condizioni si arriva a bere più di un litro d’acqua l’ora .Per ovviare alla perdita di sali dell’organismo e alla conseguente stanchezza si può aggiungere all’acqua un integratore salino o si possono portare a parte delle tavolette di integratore per uso sportivo.
Casco: da lavoro, bianco o giallo, è ingombrante nella vegetazione intricata ma protegge da eventuali cadute di rami o sassi dall’alto o più comunemente da movimenti maldestri. Ci sono caschi dotati di visiera trasparente che protegge il viso dal calore, questa però è piuttosto ingombrante. Allo stesso scopo si possono usare degli occhiali da lavoro a maschera che proteggono gli occhi anche da fuliggine e in parte da fumo. Si ricorda che comunque è bene conservare una pronta sensibilità al calore che permetta di allontanarsi in tempo da zone pericolose. Chi utilizza la motosega o il decespugliatore deve invece indossare un casco con l’apposita visiera in rete metallica per proteggersi dalle schegge prodotte da questi attrezzi.
Fazzoletto: un grande fazzoletto umido portato sul viso può proteggere dal calore e dalla fuliggine, in parte anche dal fuoco; la sua efficacia non è molta ma è semplice portarlo al collo.
Maschera antifumo: di gomma con filtro rinnovabile (ogni otto ore circa); anche se non sono specifiche per il fumo si possono usare quelle per i vapori organici, sono più efficaci del fazzoletto o delle mascherine usa e getta, riducono molto l’irritazione e l’inalazione di sostanze organiche nocive e di fuliggine .Non hanno però efficacia nei confronti di molecole più piccole quali gli ossidi di azoto o il monossido di carbonio e per questo motivo bisogna comunque astenersi dal permanere nelle zone invase dal fumo pur avendo una maschera. Quando si ripone la maschera, va conservata in un contenitore chiuso o in una busta di plastica.
Torcia: molto comode quelle piatte rettangolari con una pila da 4,5 V, che si portano in tasca facilmente. E’ bene portarla quando si prevede di dover restare anche dopo il tramonto. Se non fossero costosi si potrebbero usare i cosiddetti "frontalini" elettrici da speleologo, da portare sul casco in modo da avere le mani libere.
Bisaccia o zainetto: fa parte dell’equipaggiamento personale ma non si porta sull’incendio, si lascia presso il coordinatore dei volontari contiene qualche indumento di ricambio, una felpa, una giacca a vento, eccetera ( quando si torna dal fuoco si è sempre fradici di sudore e acqua). Nella bisaccia ci sarà anche qualche cosa da mangiare e da bere, la torcia, lacci per scarpe e altri oggetti personali. L’ingombro deve essere minimo e sulla bisaccia deve essere scritto il nome del proprietario per esaudire richieste.
Coltellino da campeggio: non è indispensabile, ma è meglio che qualcuno della squadra lo abbia con se.
Esempi di altri attrezzi A. I. B.
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