AmbienteDiritto.it - Rivista giuridica - Electronic Law Review - Copyright © AmbienteDiritto.it
Testata registrata presso il Tribunale di Patti Reg. n. 197 del 19/07/2006
Il Piano d’azione per l’energia sostenibile del Parco del Ticino
The Sustainable Energy Action Plan of Ticino Park
Giovanni Riva* , Mauro Alberti**,
Martino Dal Verme***
Abstract
The European project “Wise-plans: Co-operation between Communities for
Energy Action Plans” will deliver Sustainable Energy Action Plans (SEAPs)
for more effective use and management of energy resources in Communities in four
countries: Wales, Italia, Swerige and España. The partnership identifies
communities in northern, western and southern Europe and includes public-sector
bodies in diverse settings to include natural parks, urban and rural areas. The
communities are at different stages of development in their use of renewable
energy technologies and rational use of energy.
The SEAPs aim to reduce the emissions of carbon-dioxide by at least 5 per cent,
through the implementation of actions taken by the four Communities.
The project involves four European countries: Italy (Parco lombardo della
Valle del Ticino), Spain (Fundación Doñana 21), Wales (City and
County of Swansea) and Sweden (Skellefteå Kraft).
The four communities have a common characteristic: all of these are natural
zones coexistent with anthropic components rich of activities with a significant
impact on the environment.
Keywords: sustainable development, sustainable energy, renewable
energy, energy efficiency, capacity building, energy awareness.
Introduzione – Il Parco Del Ticino
Il Parco lombardo della Valle del Ticino è un parco regionale della Lombardia.
Nato nel 1974 su iniziativa popolare, il Parco del Ticino ha come obiettivo
principale la difesa e la conservazione del fiume e dell’ambiente naturale dagli
impatti conseguenti alla crescente antropizzazione del territorio.
Il Consorzio che gestisce il Parco, costituito da 47 Comuni e 3 Province,
controlla un territorio di oltre 91.600 ettari, così suddiviso: 22.000 ettari di
suolo naturale (boschi e foreste), 47.200 ettari di territorio coltivato e
21.740 ettari di aree urbanizzate. Il Parco è caratterizzato da un elevato grado
di biodiversità, riconosciuta dall’UNESCO come “ Man Biosphere Riserve”.
In virtù della localizzazione strategica tra le Province di Milano, Pavia e
Varese, il Parco del Ticino è diventato un attore importante
nell’implementazione di politiche di sviluppo locale.
Nel territorio del Parco sono localizzate svariate centrali idroelettriche, un
importante impianto termoelettrico (1.740 MW) e l’aerostazione intercontinentale
di Malpensa.
Il compito del Parco è armonizzare il bisogno di un ambiente protetto con quello
dello sviluppo socio-economico della popolazione che lo abita: si ricorda che
questa zona è la più popolata in Italia.
Il fiume Ticino non solo rappresenta un polmone verde in un’area di forte
antropizzazione e industrializzazione, ma anche un corridoio naturalistico che
collega, per un centinaio di chilometri, l’area pedemontana del Lago Maggiore al
Po con una significativa varietà di paesaggi, animali e specie vegetali.
Le attività principali dell’Ente Parco riguardano: monitoraggio e ricerca nei
settori acque, suolo, aria ed ecosistema, salvaguardia della biodiversità, dei
luoghi di interesse storico e archeologico, pianificazione urbanistica ed
edilizia, educazione ambientale, agricoltura, protezione dal rumore e
dall’inquinamento elettromagnetico, gestione dello smaltimento dei rifiuti e
delle cave. Il Parco del Ticino promuove le attività delle associazioni di
cittadini attraverso il sostegno alle iniziative di educazione ambientale e
l’assistenza fornita dai sette centri parco distribuiti lungo il percorso del
fiume.
Il progetto Wise-Plans
Il progetto “WISE-PLANS: Co-operation between Communities for
Energy Action Plans” (www.wiseplans.eu) rientra nel programma
comunitario “EIE - Energia Intelligente per l’Europa”, programma pluriennale
volto a favorire lo sviluppo sostenibile in ambito energetico.
"WISE-PLANS” è finalizzato a promuovere l’utilizzo intelligente delle risorse
energetiche attraverso lo studio di Piani d’azione energetici sostenibili nelle
Comunità partecipanti di quattro Paesi membri: Galles, Italia, Svezia e Spagna.
Le Comunità coinvolte presentano volutamente caratteristiche differenti, sia per
quanto riguarda gli aspetti territoriali (parchi naturali, aree urbane, regioni
marine, ecc.) che per quelli prettamente tecnologici legati all’utilizzo,
produzione e distribuzione dell’energia.
I Piani d’azione definiranno le azioni che dovranno essere intraprese dalle
Comunità al fine di ridurre i consumi dei combustibili fossili
approssimativamente del 5% nei prossimi anni.
In particolare, con il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile nel Parco
del Ticino il Parco intende proporre ai Comuni una serie di azioni operative
a carattere programmatorio ed azioni dimostrative finalizzate ad avviare un
percorso di sostenibilità energetica nel territorio. Nello specifico gli
obiettivi generali del Piano sono:
1) realizzare un “Piano di Settore dell’Energia”, uno strumento “legale” nella
pianificazione del risparmio, dell’uso e della produzione di energia;
2) implementare progetti pilota dimostrativi della fattibilità nella produzione
e uso di fonti energetiche alternative e del ruolo decisivo che il risparmio
energetico svolge nei comportamenti dei singoli e delle collettività;
3) sostenere e supportare enti pubblici e privati nella pianificazione delle
loro attività di risparmio, produzione e distribuzione di energia
(amministratori, artigiani, imprese, agricoltori, industriali e singoli
cittadini);
4) contribuire a modificare i comportamenti e gli atteggiamenti dei cittadini
nei confronti del consumo, risparmio e produzione di energia affinché
partecipino attivamente al successo degli obiettivi previsti da un Piano
Energetico che deve, vuole essere ed è partecipato.
Di seguito si presentano i primi risultati del Progetto, ovvero il bilancio
energetico del Parco del Ticino e alcuni approfondimenti su settori
particolarmente significativi per quanto concerne la sostenibilità energetica
nel Parco.
Bilancio energetico del Parco del Ticino
L’analisi energetica del Parco del Ticino, realizzata nel corso del 2006, ha
riguardato tutti settori della produzione, distribuzione e uso delle diverse
forme di energia (combustibili fossili, energia elettrica, energie rinnovabili)
e ha permesso di definire un bilancio energetico semplificato, strumento
indispensabile per individuare le opportune azioni di intervento.
Dal bilancio si evince che (si veda anche figura 1):
• circa il 97% dell'energia primaria è importata dall'esterno (l'87% circa
essendo costituito da gas naturale);
• circa il 75% della quantità di energia primaria utilizzata all'interno del
Parco è destinata alla produzione di energia elettrica. L'87% circa della
produzione di E.E. (in termini di energia primaria utilizzata) avviene nella
Centrale di Turbigo;
• circa l'83% dell'energia elettrica (in termini di energia primaria) è
trasmessa per l'utilizzo all'esterno dell'area del Parco. Il valore di energia
elettrica in uscita corrisponde a circa il 25-30% del fabbisogno della Regione
(ancora in termini di energia primaria);
• le fonti rinnovabili rappresentano circa il 12% del consumo interno lordo di
energia (cioè depurato dall'energia in uscita);
• il settore civile (residenziale, pubblico, servizi e per il gas anche le
piccole aziende) assorbe all'incirca il 55% dei consumi finali (il 30% assoluto
essendo destinato al solo settore residenziale). Il settore industriale circa il
16%;
• il settore dei trasporti rappresenta all'incirca il 24% dei consumi finali.
Tuttavia l'analisi dei consumi per il settore dei trasporti è alquanto
problematica, a causa dell'elevatissimo numero di attraversamenti dell'area del
Parco, a fronte del molto più limitato numero di movimenti che rimangono
all'interno del Parco. Inoltre i consumi legati all'aeroporto di Malpensa non
sono facilmente stimabili e comunque non sono facilmente imputabili in maniera
precisa ad aree ristrette come quella del Parco;
• l'agricoltura si pone come settore marginale. Va tuttavia sottolineato come
questo settore possa diventare produttore di energia, aspetto che potrebbe
essere interessante sia dal punto di vista del contributo energetico in
assoluto, sia dell'effetto dimostrativo che potrebbe rivestire.
Figura 1 – Fonte: Progetto WISE-PLANS, www.wiseplans.eu
In sintesi, i più importanti (in termini di quantità coinvolte, possibilità di
azioni e impatti sul territorio del Parco) ambiti di consumo lordo di energia
sono:
• la produzione di energia elettrica;
• gli usi urbani e residenziali;
• i trasporti.
Approfondimento sui consumi in edilizia
In particolare, per quanto riguarda il settore dell’edilizia, si è riscontrato
che il territorio del Parco del Ticino è caratterizzato da una intensità di
consumo energetico nel settore edilizio residenziale ancora maggiore rispetto a
quella media della Regione Lombardia (si veda Tabella 1).
Per quanto concerne il solo fabbisogno degli edifici per riscaldamento i dati
raccolti consentono di stimare un indice di consumo in compreso tra 145 - 160
kWh / mq.
Inoltre, attraverso l’attività di audit energetico di edifici di proprietà
comunale in Comuni del Parco (4 Comuni per un totale di circa 23.000 abitanti),
realizzata in parallelo al progetto WISE-Plans, si è rilevato che i consumi
degli edifici pubblici sono ancora più elevati rispetto alla media degli edifici
sul territorio.
Pur considerando la maggiore altezza delle stanze incluse in tali edifici (che
arrivano anche ad 8 metri), l’indice di consumo risulta comunque considerevole,
attestandosi tra 100 e 300 kWh/mq per il solo riscaldamento.
Questi valori sono piuttosto elevati se confrontati con i valori tipici per
l’edilizia residenziale di altri Paesi Europei, anche situati più a nord
dell’Italia. Ad esempio in Svezia (Paese che partecipa al progetto WISE-PLANS
con l’azienda municipalizzata della città di Skellefteå) la media del consumo
per riscaldamento delle abitazioni è di 100-120 kWh / mq, nonostante vi
siano condizioni climatiche decisamente svantaggiose rispetto all’Italia1.
Questi valori di consumo limitati sono stati ottenuti in Svezia a partire dagli
anni ’70, attraverso opportuni provvedimenti legislativi, in particolare i
regolamenti edilizi sviluppati a partire dal 1978, che hanno permesso di ridurre
i consumi, soprattutto attraverso un miglior isolamento degli edifici.
Si veda ad esempio la Figura 2 che individua i tipici spessori di
isolamento per i nuovi edifici nei diversi Paesi dell’Unione Europea (dato
2004), ove si notano i bassi valori che si hanno normalmente in Italia, non solo
rispetto ai Paesi del Nord-Europa ma anche rispetto, ad esempio, alla Francia.
Tabella 1 – Fonte: Progetto WISE-PLANS
Aggregazioni provinciali |
CONSUMI TERMICI* (TEP) |
CONSUMI ELETTRICI (TEP**) |
CONSUMI
TOTALI |
TEP/ abitante |
|
GAS |
Altri combustibili |
|
|||
Parco Milano |
80.115,7 |
12.418,199 |
11.156,50 |
103.690,399 |
0,864 |
Parco Pavia |
116.929,0 |
11.166,010 |
19.277,25 |
147.372,26 |
0,805 |
Parco Varese |
90.427,5 |
17.483,685 |
14.460,31 |
122.371,495 |
0,817 |
Totale Parco |
287.472,2 |
41.067,894 |
44.894,07 |
373.434,164 |
0,825 |
Regione Lombardia*** |
|
|
|
6.796.000 |
0,745 |
N.B. L'indice di consumo del settore residenziale (espresso in tep/abitante) è leggermente variabile tra le diverse province per diversi motivi: aver considerato i soli consumi di gas metano con livello di dettaglio comunale (mentre gli altri combustibili come gasolio, legna, sono stati stimati da dati a livello provinciale); stime non precise per i consumi di gas metano a livello comunale, anche in relazione alla ripartizione tra consumi civili residenziali e consumi civili di altro tipo (terziario, ecc.); diverse tipologie di edilizie residenziali che determinano diversi consumi di energia per abitante (es. edifici mediamente più vecchi o meno densamente abitati determinano rispettivamente un maggior consumo in termini generali e un maggior consumo specifico per abitante).
* Compresi usi cottura e acqua calda
** Qui espressi in termini di energia finale. Il fattore di conversione è di 860
kcal/kWh.
*** Dati PER 2003.
Figura 2 – Fonte: Progetto MURE-ODYSSEE, www.odyssee-indicators.org
In considerazione degli elevati consumi in ambito residenziale/civile, le misure
dedicate all’edilizia da individuarsi all’interno del Progetto WISE-PLANS sono
quindi particolarmente importanti e devono essere sufficientemente articolate.
A fianco delle misure più immediate per l’incremento dell’efficienza degli
edifici (anche alla luce della nuova legislazione sulla certificazione
energetica) sono state individuate misure di supporto alle amministrazioni
comunali (linee-guida per la pianificazione e per i regolamenti edilizi) e ai
professionisti del settore (schede tecniche di informazione e sensibilizzazione)
e anche progetti pilota da effettuare sulle strutture di proprietà del Parco e
che possano costituire un valido esempio per la realizzazione di interventi tesi
al risparmio energetico.
Approfondimento su produzione, distribuzione e uso dell’energia
Dal tavolo di lavoro tecnico su produzione, distribuzione ed uso dell’energia
sono emerse alcune considerazioni generali per la programmazione di interventi
per la sostenibilità energetica.
Innanzitutto, la pianificazione all’interno del Parco del Ticino è stata
impostata per essere coerente alle misure già adottate o in corso di adozione da
parte della Regione Lombardia in relazione ai temi energetici e ambientali; tra
questi si possono citare ad esempio il piano di risanamento della qualità
dell'aria, la programmazione dello sviluppo delle reti di teleriscaldamento, la
programmazione per lo sviluppo delle biomassa agricole e forestali (e anche le
misure per il contenimento dello spandimento agronomico dei liquami), le misure
per la promozione dei pannelli solari e altri dispositivi in materia.
Per quanto riguarda le risorse disponibili, tra le fonti per le quali sembra
opportuno valutare in maniera più puntuale il potenziale per il territorio del
Parco, vi sono:
- l'idro-elettrico (censimento dei
salti e valutazione dei possibili interventi in cooperazione con i consorzi
irrigui) e, più in generale, le risorse idriche che possono essere gestite in
modo ottimizzato al fine di ridurre i consumi (gestione integrata degli usi,
introduzione di dispositivi, quali pompe e motori elettrici, più efficienti,
ecc.);
- le biomasse agricole/forestali (da valutare in relazione alle superfici
agricole esistenti e anche alle possibilità di recupero di biomasse forestali
già disponibili);
- il biogas (da valutare in relazione agli allevamenti presenti sul territorio,
alla disponibilità di residue agricoli anche da nuove possibili coltivazioni e
anche tenendo presenti le Carte dell’attitudine dei Suoli allo spandimento
agronomico dei liquami);
- il geotermico con pompa di calore (utilizzando come sorgente calda le acque di
falda, le acque superficiali o anche il suolo);
- gli impianti esistenti (termo-elettrici o termo-valorizzatori di rifiuti)
quali fonti da cui può essere conveniente recuperare l'energia termica di scarto
per alimentare reti di teleriscaldamento.
Caso di studio - la centrale termoelettrica di Boffalora Ticino e il
possibile recupero di calore al servizio di una rete di teleriscaldamento
Nella centrale di Boffalora Ticino è installato un ciclo combinato da 90 MWe,
che ha la funzione di cogenerazione del calore industriale per la limitrofa
cartiere Reno de Medici. I margini di capacità della unità di produzione,
unitamente ai cambi nei piani di produzione della cartiera, rendono disponibili
una capacità di cogenerazione aggiuntiva, spillando circa 40 t/h di vapore a
bassa pressione, in grado di garantire una erogazione di calore continuo di 25
MWt. La unità può erogare temporaneamente una ulteriore potenza termica, ma con
efficienza energetica minore,.
Nell’ipotesi di recupero del calore e utilizzo in reti di teleriscaldamento, il bacino di utenza di calore sarebbe formato da popolosi comuni prossimi alla centrale, la cui edilizia civile è in grado di utilizzare la totale capacità attuale di cogenerazione della centrale. Il bacino sarebbe suddiviso in due poli distinti:
▪
Insieme di centri urbani prossimi alla centrale, con circa 48.000 abitanti:
formato da 4 comuni ubicati nell’area circostante la centrale e, rispetto alla
centrale di Turbigo oltre l’asse autostradale Torino-Milano: Boffalora Ticino,
Magenta, Corbetta, Marcallo con Casone. La capacità di cogenerazione di 25 MWt
della centrale Boffalora è equilibrata per l’edilizia del bacino.
▪
L’estensione del bacino d’utenza verso Sedriano (ad est) ed Abbiategrasso (a
sud), consentirebbe un raddoppio della domanda di calore, da attivare in
caso di modifiche all’assetto della turbina della centrale di Boffalora o di
connessione alla grande rete della centrale di Turbigo.
Il combustibile bruciato nella
centrale di Boffalora rimarrebbe sostanzialmente invariato in presenza della
cogenerazione termica per il teleriscaldamento, causando una modesta diminuzione
delle produzione elettrica (perdita di produzione totale di 18 GWhe/anno, meno
del 3% della produzione) che dovrebbe in tal caso essere compensata dalla
produzione di altre centrali termoelettriche lontane dal parco. L’eliminazione
delle caldaie da riscaldamento potrebbe rappresentare pertanto un beneficio
ambientale netto per l’area del Parco, in termini di minore combustione di
metano pari a 9 ktep/anno.
La sinergia energetica e territoriale tra centrali elettriche e
teleriscaldamento porterebbe ad una serie di benefici tecnico-ambientali:
> risparmi energetici di circa 4
ktep/anno;
> corrispondente riduzione di emissioni di CO2 pari a 9.000 t/anno
(2,338 tCO2/tep di metano);
> miglioramento della qualità dell’aria per effetto della eliminazione delle
caldaie, che rappresenta una compensazione ambientale delle attività di
produzione elettrica.
In un’area caratterizzata da una forte presenza di infrastrutture (aeroporto
Malpensa, Centrali termo-elettriche di Turbigo e Boffalora Ticino, ecc.),
interventi di razionalizzazione del rapporto tra domanda ed offerta di energia
possono essere molto importanti per ridurre i consumi energetici e di
conseguenza anche gli impatti ambientali da essi derivanti.
L’intervento per il teleriscaldamento a partire dalla Centrale di Boffalora
Ticino, presupponendo il recupero di calore, altrimenti disperso, per
l’alimentazione di una rete al servizio dell’utenza civile e residenziale dei
centri urbani limitrofi si caratterizzerebbe quindi come esempio virtuoso di
pianificazione di un territorio volta ad una maggiore sostenibilità negli usi
dell’energia.
Notazioni Conclusive
Gli studi, che hanno permesso di concludere l’analisi energetica del territorio
del Parco, e che individuano i consumi e le possibili produzioni di energia in
agricoltura, nei trasporti, nell’edilizia e nella vita urbana, sono preliminari
alla definizione organica e complessiva di una serie di azioni coinvolgenti
operatori privati ed enti pubblici nel Parco e che dovranno essere definiti e
concordati nei prossimi mesi: dall’applicazione di procedure di certificazione
energetica, alle indicazioni per il recupero e il riutilizzo del calore, alla
promozione di iniziative di mitigazione del traffico e dei suoi impatti
energetici.
* Comitato
Termotecnica Italiano (CTI).
** Parco del Ticino.
*** Parco del Ticino.
_________________
1 Ad esempio in termini di gradi giorno per riscaldamento,
facendo riferimento all’anno 2004, la Svezia ebbe circa 5200 gradi giorno contro
i circa 2000 dell’Italia (Fonte EUROSTAT). I Gradi Giorno (GG) sono un'unità di
misura atta ad indicare il fabbisogno termico di una determinata area geografica
relativa alle vigenti normative sul riscaldamento delle abitazioni. Indicano la
somma dei gradi che mancano alla temperatura media giornaliera ad arrivare a 20
°C per tutti i giorni in cui per legge, nella medesima zona geografica, vanno
tenuti accesi gli impianti di riscaldamento. Un valore di GG basso indica un
breve periodo di riscaldamento e temperature medie giornaliere prossime alla
temperatura fissata per l'ambiente riscaldato (appunto 20 °C). Al contrario,
valori di GG elevati, indicano periodo di riscaldamento prolungati e temperature
medie giornaliere nettamente inferiori ai 20 °C.
Pubblicato su www.AmbienteDiritto.it
il 3/11/2007