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Mercato e politiche FER: un breve confronto tra Italia e Grecia*
GIACOMO SELMI°
Italia, Grecia: mia faza, mia raza...
Un confronto tra Italia e Grecia basato sulle politiche di incentivazione e lo
stato del mercato delle fonti rinnovabili deve forse partire da qui, dal luogo
comune che accomuna (e scusate l’allitterazione) i due paesi. Partendo da
considerazioni forse non troppo approfondite, vengono alla luce alcune
similitudini geografiche, storiche e amministrative che in effetti potrebbero
accomunare i due paesi.
Se poi restringiamo il campo al settore energetico, e alle rinnovabili nello
specifico, alcune analogie le troviamo: una generazione sostanzialmente basata
sul termodinamico - anche se in Italia si brucia gas naturale mentre in Grecia
lignite; una posizione geografica particolarmente favorevole alla generazione
solare - non particolarmente sfruttata in entrambi i paesi; barriere
burocratiche e amministrative che pesano in modo significativo sulla crescita
effettiva del mercato, e una certa inadeguatezza della rete di trasmissione -
soprattutto in Grecia - che comincia a farsi sentire come freno per lo sviluppo
di tutte le fonti rinnovabili.
Le affinità però si fermano più o meno qui.
Quello che sicuramente si può fare è un confronto tra i due paesi partendo dai
dati attualmente disponibili e, in ottica di obiettivi al 2020, dal potenziale
delle rinnovabili.
Mentre in Grecia la percentuale maggiore di generazione elettrica da FER è data
dall’eolico on-shore, che sfrutta la particolare ventosità delle coste e delle
isole, in Italia, se pur con una leggera predominanza del piccolo idroelettrico,
il mix sembra meglio bilanciato.
In entrambi i paesi risulta evidente il diretto collegamento tra gli incentivi
erogati e lo sviluppo del mercato, e l’esempio palese lo so trova nel settore
fotovoltaico incentivato con la feed-in tariff.
In Italia la tariffa incentivante è stata introdotta nel 2005 e a partire da
quell’anno, infatti, si è anche potuta notare una crescita considerevole della
potenza installata, da pochi punti percentuali annui fino a oltre il 400% nel
2008; stessa situazione in Grecia dove, a partire dal 2007, in coincidenza con
il drastico aumento di valore e durata della tariffa feed-in, la crescita della
potenza PV installata è cresciuta del 1400%.
Un parallelo, sia pure con diverse modalità e risultati, può essere tracciato
anche per il caso del solare termico. In Grecia l’inizio precoce dello sviluppo
del mercato (circa trent’anni fa), supportato da attraenti incentivi fiscali, ha
portato ad una situazione di alta competitività con prezzi bassi e grande
penetrazione, cosa che ha consentito di eliminare in modo indolore gli incentivi
già dal 2003, quando problemi di budget l’hanno imposto. Al contrario in Italia
c’è stata una situazione di complessiva incertezza nella definizione ed
erogazione degli incentivi, basti pensare alla fallita cancellazione delle
detrazioni fiscali del 55% proposta con la scorsa Finanziaria e quella -
apparentemente riuscita - riproposta quest’anno; la conseguenza è quella di
avere un mercato che solo oggi inizia vedere una crescita significativa, anche
se la capacità per abitante, 18 kWt/1000 abitanti, è ancora lontana dalla media
europea, 38 kWt/1000 abitanti, per non parlare dell’eccellenza greca (terza in
Europa), 241 kWt/1000 abitanti.
Il confronto diventa più interessante quando viene fatto sul potenziale delle
rinnovabili al 2020 e in rapporto al target assegnato dalla Comunità Europea.
Da un parallelo tra i due paesi, utilizzando i dati forniti dal Ministero dello
Sviluppo Greco e dal Position Paper del Governo Italiano (2007), risulta
evidente come la Grecia sia ancora in ritardo nello sfruttamento del proprio
potenziale elettrico mentre abbia raggiunto egregi risultati nel campo termico;
situazione quasi speculare per l’Italia dove, a fronte di discreti risultati nel
settore elettrico, si paga un forte ritardo nello sfruttamento del potenziale
termico.
Se si rapportano poi i potenziali di sviluppo delle rinnovabili con i consumi
finali, è possibile capire come sarà il percorso di avvicinamento agli obiettivi
2020 fissati dalla Comunità Europea con la Direttiva 28/2009/EC.
ITALIA | |||
Elettricità (PJ) | Calore (PJ) | Trasporti (PJ) | |
Consumi finali 2007 |
20,1% | 46,1% | 33,7% |
% RES sui consumi finali 2007 |
16,2% | 5,5% | 0,4% |
% RES 2020 sui consumi finali 2007 |
33,73% | 18,70% | 1,37% |
GRECIA | |||
Elettricità (PJ) | Calore (PJ) | Trasporti (PJ) | |
Consumi finali 2007 |
21,6% | 38,3% | 40,1% |
% RES sui consumi finali 2007 |
8,3% | 15,1% | 0,9% |
% RES 2020 sui consumi finali 2007 |
41,02% | 19,64% | 7,95% |
Calcolando la media pesata rispetto ai settori energetici (elettricità, calore e
trasporto) sul potenziale e comparandola con i consumi finali, la Grecia risulta
infatti avere un potenziale totale di circa il 20%, ben in linea col target
fissato del 18%. L’Italia invece mostra un potenziale totale di solo circa il
16,7% a fronte di un target definito del 17%; vicino, ma non abbastanza,
dall’ambizioso obiettivo europeo.
* Il presente
articolo ricalca “Solare termico, l'esempio della Grecia (e i ritardi
dell'Italia)” pubblicato su ENERGIE LTERNATIVE – Staffetta delle Fonti
Rinnovabili, compare su questa pagina per gentile concessione dell’editore.
°
giacomoselmi@gmail.com
Pubblicato su www.AmbienteDiritto.it
il 22/01/2010