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Decreto 22 febbraio 2006
Ministero dell'Interno. Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici.
(GU n. 51 del 2-3-2006)
IL MINISTRO DELL'INTERNO
Vista la legge 13 maggio 1961, n. 469, concernente l'ordinamento dei servizi
antincendi e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco;
Vista la legge 26 luglio 1965, n. 966, concernente la disciplina delle tariffe,
delle modalita' di pagamento e dei compensi al Corpo nazionale dei Vigili del
fuoco per i servizi a pagamento;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547,
concernente norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro;
Visto il decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, concernente attuazione
di direttive europee riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute
dei lavoratori durante il lavoro;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 29 luglio 1982, n. 577, recante
«Approvazione del regolamento concernente l'espletamento dei servizi di
prevenzione e di vigilanza antincendi», e successive modificazioni;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 12 gennaio 1998, n. 37,
concernente il regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi alla
prevenzione incendi;
Rilevata la necessita' di emanare specifiche disposizioni di prevenzione incendi
per gli edifici e/o locali destinati ad uffici;
Visto il progetto di regola tecnica approvato dal Comitato centrale tecnico
scientifico per la prevenzione incendi di cui all'art. 10 del decreto del
Presidente della Repubblica 29 luglio 1982, n. 577, come modificato dall'art. 3
del decreto del Presidente della Repubblica 10 giugno 2004, n. 200;
Espletata la procedura di informazione ai sensi della direttiva n. 98/34/CE,
come modificata dalla direttiva n. 98/48/CE;
Decreta:
Art. 1.
Oggetto e campo di applicazione
1. Il presente decreto ha per oggetto le disposizioni di prevenzione incendi
riguardanti la progettazione, la costruzione e l'esercizio di edifici e/o locali
destinati ad uffici con oltre 25 persone presenti, ad esclusione degli uffici di
controllo e gestione diretta annessi o inseriti in reparti di lavorazione e/o
deposito di attivita' industriali e/o artigianali.
2. Le norme contenute nei Titoli II e III dell'allegato al presente decreto si
applicano agli edifici e/o locali destinati ad uffici di cui al comma 1 di nuova
costruzione, agli edifici e/o locali esistenti in cui si insediano uffici di
nuova realizzazione, agli edifici e/o locali esistenti gia' adibiti ad ufficio
alla data di entrata in vigore del presente decreto in caso siano oggetto di
interventi che comportino modifiche sostanziali, i cui progetti siano presentati
ai competenti Comandi provinciali dei Vigili del fuoco per le approvazioni
previste dalle vigenti disposizioni, dopo l'entrata in vigore del presente
decreto. Si intendono per modifiche sostanziali lavori che comportino interventi
di ristrutturazione edilizia secondo la definizione riportata all'art. 3 (L),
comma 1, lettera d), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001,
n. 380. In ogni caso gli interventi di modifica effettuati in locali esistenti,
che non comportino un loro cambio di destinazione, non possono diminuire le
condizioni di sicurezza preesistenti.
3. Gli edifici e/o locali destinati ad uffici esistenti non ricompresi nella
casistica di cui al precedente comma 2, per i quali e' richiesto il certificato
di prevenzione incendi ai sensi del
decreto del Ministro dell'interno 16 febbraio 1982, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana n. 98 del 9 aprile 1982, recante
«Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la
determinazione delle attivita' soggette alle visite di prevenzione incendi»,
compresi quelli in possesso di nulla osta provvisorio in corso di validita'
rilasciato ai sensi della legge 7 dicembre 1984, n. 818, devono essere adeguati
a quanto previsto al Titolo IV dell'allegato al presente decreto entro cinque
anni dall'entrata in vigore dello stesso. Agli uffici esistenti, soggetti ai
controlli di prevenzione incendi, non e' richiesto alcun adeguamento qualora:
a) siano in possesso di certificato di prevenzione incendi;
b) siano stati pianificati, o siano in corso, lavori di modifica, adeguamento,
ristrutturazione o ampliamento sulla base di un progetto approvato dal
competente Comando provinciale dei Vigili del fuoco.
Art. 2.
Obiettivi
1. Ai fini della sicurezza antincendio e per conseguire gli obiettivi di
incolumita' delle persone e tutela dei beni, i locali destinati ad uffici devono
essere realizzati e gestiti in modo da:
a) minimizzare le cause di incendio;
b) garantire la stabilita' delle strutture portanti al fine di assicurare il
soccorso agli occupanti;
c) limitare la produzione e la propagazione di un incendio all'interno dei
locali;
d) limitare la propagazione di un incendio ad edifici e/o locali contigui;
e) assicurare la possibilita' che gli occupanti lascino i locali indenni o che
gli stessi siano soccorsi in altro modo;
f) garantire la possibilita' per le squadre di soccorso di operare in condizioni
di sicurezza.
Art. 3.
Disposizioni tecniche
1. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 2, e'
approvata la regola tecnica di prevenzione incendi allegata al presente decreto.
Art. 4.
Commercializzazione CE
1. I prodotti provenienti da uno degli Stati membri dell'Unione europea o
dalla Turchia, ovvero da uno degli Stati aderenti all'Associazione europea di
libero scambio (EFTA), firmatari dell'accordo SEE, legalmente riconosciuti sulla
base di norme o regole tecniche applicate in tali Stati che permettono di
garantire un livello di protezione, ai fini della sicurezza antincendio,
equivalente a quello perseguito dalla presente regolamentazione, possono essere
impiegati nel campo di applicazione disciplinato dal presente decreto.
Art. 5.
Disposizioni complementari e finali
1. Per gli edifici e/o locali destinati ad uffici fino a 500 addetti che
hanno caratteristiche tali da non consentire l'integrale osservanza delle
disposizioni di cui all'allegato al presente
decreto, gli interessati possono presentare al Comando provinciale dei Vigili
del fuoco competente per territorio domanda motivata per l'ottenimento della
deroga al rispetto delle condizioni prescritte.
Il Comando esamina la richiesta entro sessanta giorni dal ricevimento ed esprime
un proprio motivato parere la cui osservanza e' rimessa alla diretta
responsabilita' del titolare dell'attivita'. Le modalita' di presentazione della
domanda devono essere conformi a quanto stabilito all'art. 5 del decreto del
Ministro dell'interno 4 maggio 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana n. 104 del 7 maggio 1998, recante «Disposizioni relative
alle modalita' di presentazione ed al contenuto delle domande per l'avvio dei
procedimenti di prevenzione incendi, nonche' all'uniformita' dei connessi
servizi resi dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco», fatta eccezione per
i riferimenti relativi alla trasmissione della documentazione alla Direzione
regionale o interregionale dei Vigili del fuoco. Tale richiesta di parere
rientra tra i servizi a pagamento resi dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco
ai sensi della legge 26 luglio 1965, n. 966, e l'importo dovuto e' calcolato in
base ad una durata del servizio pari a sei ore.
Il presente decreto entra in vigore il trentesimo giorno successivo alla data di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 22 febbraio 2006
Il Ministro: Pisanu
Allegato
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE, LA COSTRUZIONE E
L'ESERCIZIO DI EDIFICI E/O LOCALI DESTINATI AD UFFICI CON OLTRE 25 PERSONE
PRESENTI.
Titolo I
GENERALITA'
1. Termini, definizioni e tolleranze dimensionali.
1. Per i termini, le definizioni e le tolleranze dimensionali si rimanda a
quanto emanato con decreto del Ministro dell'interno 30 novembre 1983 (Gazzetta
Ufficiale n. 339 del 12 dicembre 1983).
Inoltre ai fini della presente regola tecnica si definisce:
corridoio cieco: corridoio o porzione di corridoio dal quale e' possibile
l'esodo in un'unica direzione. La lunghezza del corridoio cieco va calcolata
dall'inizio dello stesso fino all'incrocio con un corridoio dal quale sia
possibile l'esodo in almeno due direzioni, o fino al piu' prossimo luogo sicuro
o via di esodo verticale; nel calcolo della lunghezza del corridoio cieco
occorre considerare anche il percorso d'esodo in unica direzione all'interno di
locali ad uso comune;
piano di riferimento: piano ove avviene l'esodo degli occupanti all'esterno
dell'edificio, normalmente corrispondente con il piano della strada pubblica o
privata di accesso;
spazio calmo: luogo sicuro statico contiguo e comunicante con una via di esodo
verticale od in essa inserito; tale spazio non deve costituire intralcio alla
fruibilita' delle vie di esodo e deve avere caratteristiche tali da garantire la
permanenza di persone con ridotte o impedite capacita' motorie in attesa dei
soccorsi;
edifici isolati: edifici esclusivamente destinati ad uffici ed eventualmente
adiacenti ad edifici destinati ad altri usi, strutturalmente e funzionalmente
separati da questi, anche se con
strutture di fondazione comuni;
edifici a destinazione mista: edifici non isolati con vie di esodo indipendenti;
scala di sicurezza esterna: scala totalmente esterna, rispetto al fabbricato
servito, munita di parapetto regolamentare e realizzata secondo i criteri sotto
riportati:
i materiali devono essere incombustibili;
la parete esterna dell'edificio su cui e' collocata la scala, compresi gli
eventuali infissi, deve possedere, per una larghezza pari alla proiezione della
scala, incrementata di 2,5 m per ogni lato, requisiti di resistenza al fuoco
almeno REI/EI 60. In alternativa la scala esterna deve distaccarsi di 2,5 m
dalle pareti dell'edificio e collegarsi alle porte di piano tramite passerelle
protette con setti laterali, a tutta altezza, aventi requisiti di resistenza al
fuoco pari a quanto sopra indicato;
presenze: numero complessivo di addetti e di ospiti contemporaneamente presenti
coincidente con il massimo affollamento ipotizzabile;
archivi e depositi: locali adibiti unicamente al ricovero del materiale di
ufficio ove normalmente non vi e' presenza di persone.
Non vengono considerati i vani e gli armadi a muro con superficie in pianta non
eccedente 1,5 m2.
2. Classificazione.
1. In relazione al numero di presenze, gli uffici sono suddivisi nelle
seguenti tipologie:
tipo 1: da 26 fino a 100 presenze;
tipo 2: da 101 fino a 300 presenze;
tipo 3: da 301 fino a 500 presenze;
tipo 4: da 501 fino a 1000 presenze;
tipo 5: con oltre 1000 presenze.
Titolo II
UFFICI DI NUOVA COSTRUZIONE CON OLTRE CINQUECENTO PRESENZE
3. Ubicazione.
3.1. Generalita'.
1. Gli edifici destinati ad uffici devono essere ubicati nel rispetto delle
distanze di sicurezza, stabilite dalle disposizioni vigenti, da altre attivita'
che comportino rischi di esplosione o incendio.
2. Gli uffici possono essere ubicati:
a) in edifici isolati;
b) in edifici a destinazione mista, purche' sia fatta salva l'osservanza di
quanto disposto nelle specifiche normative;
3. Gli edifici destinati ad uffici di tipo 4, di altezza antincendi superiore a
18 m, e quelli di tipo 5 devono possedere i requisiti di cui alla lettera a) del
precedente comma 2.
4. I locali possono essere ubicati a qualsiasi quota al di sopra del piano di
riferimento e non oltre il secondo piano interrato fino alla quota di -- 10,0 m
rispetto al piano di riferimento. I locali ubicati a quote comprese tra -- 7,5 m
e -- 10,0 m devono essere protetti mediante impianto di spegnimento automatico e
devono disporre di uscite ubicate lungo il perimetro che immettano in luoghi
sicuri dinamici.
3.2. Accesso all'area.
1. Per consentire l'intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del fuoco,
gli accessi alle aree dove sono ubicati gli uffici devono avere i seguenti
requisiti minimi:
larghezza: 3,50 m;
altezza libera: 4 m;
raggio di volta: 13 m;
pendenza: non superiore al 10%;
resistenza al carico: almeno 20 tonnellate (8 sull'asse anteriore, 12 sull'asse
posteriore, passo 4 m).
2. Per gli uffici ubicati in edifici di altezza antincendi superiore a 12 m,
deve essere assicurata la possibilita' di accostamento all'edificio delle
autoscale dei Vigili del fuoco, almeno ad una qualsiasi finestra o balcone di
ogni piano, purche' cio' consenta di raggiungere tutti i locali di piano tramite
percorsi interni al piano.
3. Qualora non sia possibile soddisfare i predetti requisiti devono essere
adottate misure atte a consentire l'operativita' dei soccorsi.
4. Separazioni - Comunicazioni.
1. Salvo quanto disposto nelle specifiche disposizioni di prevenzione
incendi, gli uffici di cui al presente titolo:
a) possono comunicare direttamente con attivita' ad essi pertinenti non soggette
ai controlli dei Vigili del fuoco ai sensi del decreto del Ministro dell'interno
16 febbraio 1982;
b) possono comunicare tramite filtri a prova di fumo di caratteristiche almeno
REI/EI 60 o spazi scoperti con le attivita' soggette ai controlli di prevenzione
incendi, ad essi pertinenti; la suddetta limitazione non si applica alle
seguenti attivita' ad uso esclusivo degli uffici per le quali si rimanda alle
specifiche disposizioni previste nella presente regola tecnica:
vani di ascensori e montacarichi di cui al punto 95 del decreto del Ministro
dell'interno 16 febbraio 1982;
archivi e depositi di cui al punto 43 del decreto del Ministro dell'interno 16
febbraio 1982;
c) sono vietate le comunicazioni con altre attivita' ad essi non pertinenti
(soggette o meno ai controlli dei Vigili del fuoco ai sensi del decreto del
Ministro dell'interno 16 febbraio 1982), dalle quali devono essere separati
mediante elementi costruttivi di resistenza al fuoco almeno REI/EI 60 od altro
valore maggiore se richiesto da specifiche disposizioni di prevenzione incendi.
2. Per le attivita' accessorie di cui al successivo punto 8, soggette o meno ai
controlli dei Vigili del fuoco ai sensi del decreto del Ministro dell'interno 16
febbraio 1982, si applicano le
disposizioni riportate allo stesso punto.
5. Caratteristiche costruttive.
5.1. Resistenza al fuoco.
1. Le strutture ed i sistemi di compartimentazione devono garantire
rispettivamente requisiti di resistenza al fuoco R e REI/EI secondo quanto
riportato:
piani interrati: R e REI/EI 90;
edifici di altezza antincendi inferiore a 24 m: R e REI/EI 60;
edifici di altezza antincendi compresa tra 24 e 54 m: R e REI/EI 90;
edifici di altezza antincendi oltre 54 m: R e REI/EI 120.
2. Per edifici di tipo isolato fino a tre piani fuori terra, ad esclusione dei
piani interrati, sono consentite caratteristiche di resistenza al fuoco R e
REI/EI 30 qualora compatibili con il carico di incendio.
3. Per le strutture ed i sistemi di compartimentazione delle aree a rischio
specifico si applicano le disposizioni di prevenzione incendi all'uopo emanate
nonche' quanto stabilito dalla presente regola tecnica.
4. I requisiti di resistenza al fuoco dei singoli elementi strutturali e di
compartimentazione nonche' delle porte e degli altri elementi di chiusura,
devono essere valutati ed attestati in conformita' al decreto del Ministro
dell'interno 4 maggio 1998 (Gazzetta Ufficiale n. 104 del 7 maggio 1998).
5.2. Reazione al fuoco.
1. I prodotti da costruzione rispondenti al sistema di classificazione
europeo di cui al decreto del Ministro dell'interno 10 marzo 2005 (Gazzetta
Ufficiale n. 73 del 30 marzo 2005), devono essere installati seguendo le
prescrizioni e le limitazioni previste al comma successivo, tenendo conto delle
corrispondenze tra classi di reazione al fuoco stabilite dal decreto del
Ministro dell'interno 15 marzo 2005 (Gazzetta Ufficiale n. 73 del 30 marzo
2005).
2. I materiali installati devono essere conformi a quanto di seguito
specificato:
a) negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, e'
consentito l'impiego di materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della
loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali
delle scale). Per le restanti parti devono essere impiegati materiali di classe
0 (incombustibili). Nel caso in cui le vie di esodo orizzontali siano delimitate
da pareti interne mobili, e' consentito adottare materiali in classe 1 di
reazione al fuoco eccedenti il 50% della superficie totale a condizione che il
piano sia protetto da impianto di spegnimento automatico;
b) in tutti gli altri ambienti e' consentito che le pavimentazioni, compresi i
relativi rivestimenti, e le pareti interne mobili siano di classe 2 e che gli
altri materiali di rivestimento siano di classe 1, oppure di classe 2, se in
presenza di impianti di spegnimento automatico o di sistemi di smaltimento dei
fumi asserviti ad impianti di rivelazione degli incendi;
c) i materiali di rivestimento combustibili, nonche' i materiali isolanti in
vista di cui alla successiva lettera f), ammessi nelle varie classi di reazione
al fuoco, devono essere posti in opera in aderenza agli elementi costruttivi di
classe 0 escludendo spazi vuoti o intercapedini. Ferme restando le limitazioni
previste alla precedente lettera a), e' consentita l'installazione di
controsoffitti e di pavimenti sopraelevati nonche' di materiali di rivestimento
e di materiali isolanti in vista posti non in aderenza agli elementi
costruttivi, purche' abbiano classe di reazione al fuoco non superiore a 1 o 1-1
e siano omologati tenendo conto delle effettive condizioni di impiego anche in
relazione alle possibili fonti di innesco;
d) i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce (tendaggi,
ecc.) devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore ad 1;
e) i mobili imbottiti devono essere di classe 1 IM;
f) i materiali isolanti in vista, con componente isolante direttamente esposto
alle fiamme, devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore ad 1.
Nel caso di materiale isolante in vista, con componente isolante non esposto
direttamente alle fiamme, sono ammesse le classi di reazione al fuoco 0-1, 1-0,
1-1. I materiali isolanti installati all'interno di intercapedini devono essere
incombustibili. E' consentita l'installazione di materiali isolanti combustibili
all'interno di intercapedini delimitate da elementi realizzati con materiali
incombustibili ed aventi resistenza al fuoco almeno REI/EI 30.
3. L'impiego dei prodotti da costruzione per i quali sono prescritti specifici
requisiti di reazione al fuoco, deve avvenire conformemente a quanto previsto
all'art. 4 del decreto del Ministro dell'interno 10 marzo 2005. I restanti
materiali non ricompresi fra i prodotti da costruzione devono essere omologati
ai sensi del decreto del Ministro dell'interno 26 giugno 1984 (Supplemento
ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 234 del 25 agosto 1984) e successive
modifiche
ed integrazioni.
4. E' consentita la posa in opera di rivestimenti lignei delle pareti e dei
soffitti, purche' opportunamente trattati con prodotti vernicianti omologati di
classe 1 di reazione al fuoco, secondo le modalita' e le indicazioni contenute
nel decreto del Ministro dell'interno 6 marzo 1992 (Gazzetta Ufficiale n. 66 del
19 marzo 1992).
5.3. Compartimentazione.
Gli edifici devono essere suddivisi in compartimenti, anche su piu' piani,
di superfici non eccedenti quelle indicate nella seguente tabella:
=====================================================================
| Attivita' di cui al | Attivita' di cui al
Altezza antincendi (in| punto 3.1., comma 2, | punto 3.1., comma 2,
metri) | lettera a) (in m2) | lettera b) (in m2)
=====================================================================
sino a 12.... | 6.000 | 4.000
---------------------------------------------------------------------
da 12 a 24.... | 4.000 | 3.000
---------------------------------------------------------------------
da 24 a 54.... | 2.000 | 1.500
---------------------------------------------------------------------
oltre 54.... | 1.000 | 1.000
6. Misure per l'evacuazione in
caso di emergenza.
6.1. Affollamento.
1. Il massimo affollamento ipotizzabile e' fissato in:
a) aree destinate alle attivita' lavorative: 0,1 pers/m2 e comunque pari almeno
al numero degli addetti effettivamente presenti incrementato del 20%;
b) aree ove e' previsto l'accesso del pubblico: 0,4 pers/m2;
c) spazi per riunioni, conferenze e simili: numero dei posti a sedere ed in
piedi autorizzati, compresi quelli previsti per le persone con ridotte od
impedite capacita' motorie.
6.2. Capacita' di deflusso.
1. Al fine del dimensionamento delle uscite, le capacita' di deflusso devono
essere non superiori ai seguenti valori:
a) 50 per locali con pavimento a quota compresa tra piu' o meno 1 m rispetto al
piano di riferimento;
b) 37,5 per locali con pavimento a quota compresa tra piu' o meno 7,5 m rispetto
al piano di riferimento;
c) 33 per locali con pavimento a quota al di sopra o al di sotto di 7,5 m
rispetto al piano di riferimento.
6.3. Sistema di vie di uscita.
1. Deve essere previsto un sistema organizzato di vie di uscita,
dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile ed alle capacita' di
deflusso stabilite. Il sistema di vie di uscita deve essere organizzato per il
deflusso rapido ed ordinato degli occupanti all'esterno dell'edificio. Il
percorso puo' comprendere corridoi, vani di accesso alle scale e di uscita
all'esterno, scale, rampe e passaggi.
2. L'altezza dei percorsi deve essere non inferiore a 2 m. La larghezza utile
dei percorsi deve essere misurata deducendo l'ingombro di eventuali elementi
sporgenti con esclusione degli estintori; la misurazione della larghezza, sia
dei percorsi che delle uscite, va eseguita nel punto piu' stretto della luce.
Tra gli elementi sporgenti non vanno considerati quelli posti ad un'altezza
superiore a 2 m ed i corrimano con sporgenza non superiore ad 8 cm.
3. Le vie di uscita devono essere tenute sgombre da materiali che possono
costituire impedimento al regolare deflusso delle persone.
4. I pavimenti in genere ed i gradini in particolare non devono avere superfici
sdrucciolevoli. Lungo i percorsi d'esodo non devono essere installati specchi se
possono trarre in inganno sulla
direzione dell'uscita. Le superfici trasparenti devono essere idoneamente
segnalate.
5. Ad ogni piano ove hanno accesso persone con ridotte o impedite capacita'
motorie, ad eccezione del piano di riferimento, deve essere previsto almeno uno
spazio calmo. Gli spazi calmi devono essere dimensionati in base al numero di
utilizzatori previsto dalle normative vigenti. Le caratteristiche di resistenza
al fuoco degli elementi portanti e separanti dello spazio calmo devono essere
almeno pari a quelle richieste per l'edificio.
6.4. Numero delle uscite.
1. Il numero di uscite dei singoli piani dell'edificio non deve essere
inferiore a due, ubicate in posizione ragionevolmente contrapposta.
6.5. Larghezza delle vie di uscita.
1. La larghezza utile delle vie di uscita deve essere multipla del modulo di
uscita e non inferiore a due moduli. La larghezza totale delle uscite da ogni
piano, espressa in numero di moduli, e' determinata dal rapporto tra il massimo
affollamento e la capacita' di deflusso del piano.
2. Per gli uffici che occupano piu' di due piani fuori terra, la larghezza
totale delle vie di uscita che immettono in luogo sicuro all'aperto deve essere
calcolata sommando il massimo affollamento di due piani consecutivi, con
riferimento a quelli aventi maggiore affollamento.
3. Nel computo della larghezza delle uscite sono conteggiate anche le porte
d'ingresso, quando queste sono apribili verso l'esterno.
6.6. Lunghezza delle vie di uscita.
1. La lunghezza massima del percorso di esodo e' fissata in:
45 m sino a raggiungere un luogo sicuro dinamico oppure l'esterno dell'attivita';
30 m per raggiungere una scala protetta.
2. La misurazione della lunghezza va effettuata dalla porta di uscita di ciascun
locale con presenza di persone e da ogni punto degli spazi comuni (atri,
disimpegni, uffici senza divisori, ecc.) sino a luogo sicuro o scala protetta.
3. La lunghezza dei corridoi ciechi non deve essere superiore a 15 m.
6.7. Porte.
1. Le porte delle uscite di sicurezza devono aprirsi nel senso dell'esodo a
semplice spinta. I battenti delle porte, quando sono aperti, non devono ostruire
passaggi, corridoi e pianerottoli.
2. Qualora le porte di ingresso vengano utilizzate come uscite di sicurezza,
possono anche essere:
di tipo girevole, se accanto e' installata una porta apribile a spinta verso
l'esterno;
di tipo scorrevole con azionamento automatico, unicamente se possono essere
aperte a spinta verso l'esterno (con dispositivo appositamente segnalato) e
restare in posizione di apertura quando manca l'alimentazione elettrica.
3. Le porte che danno sulle scale non devono aprirsi direttamente sulle rampe,
ma sul pianerottolo senza ridurne la larghezza. Le superfici trasparenti delle
porte devono essere costituite da materiali di sicurezza ed essere idoneamente
segnalate.
6.8. Scale.
1. I vani scala, in funzione dell'altezza antincendi degli edifici, devono
essere:
di tipo protetto: fino a 24 m;
a prova di fumo o esterne: oltre 24 m.
2. Sono ammesse scale di tipo aperto in edifici fino a 2 piani fuori terra.
3. Le caratteristiche di resistenza al fuoco devono essere conformi a quanto
stabilito al punto 5.1.
4. Le rampe delle scale utilizzate per l'esodo devono essere rettilinee, non
devono presentare restringimenti, devono avere non meno di tre gradini e non
piu' di quindici. I gradini devono essere a pianta rettangolare, alzata e pedata
costanti, rispettivamente non superiore a 17 cm e non inferiore a 30 cm. Sono
ammesse rampe non rettilinee a condizione che vi siano pianerottoli di riposo
almeno ogni quindici gradini e che la pedata del gradino sia almeno 30 cm
misurata a 40 cm dal montante centrale o dal parapetto interno.
5. I vani scala devono essere provvisti di aperture di aerazione in sommita' (a
parete o a soffitto) di superficie non inferiore ad 1 m2, con sistema di
apertura degli infissi comandato sia automaticamente da rivelatori di incendio,
che manualmente mediante dispositivo posto in prossimita' dell'entrata alle
scale, in posizione segnalata.
6.9. Impianti di sollevamento - scale mobili.
1. Le caratteristiche dei vani degli impianti di sollevamento debbono
rispondere alle specifiche disposizioni vigenti di prevenzione incendi.
2. Gli impianti di sollevamento (ascensori e montacarichi) non devono essere
utilizzati in caso d'incendio ad eccezione degli ascensori antincendio e di
soccorso.
3. Gli ascensori e le scale mobili non vanno computati ai fini del
dimensionamento delle vie di uscita. Occorre prevedere, in caso di incendio, un
sistema automatico che comandi il blocco delle scale mobili, nonche' il riporto
degli ascensori al piano di riferimento.
4. Laddove sono previste scale di tipo protetto e/o a prova di fumo, i vani
corsa degli impianti di sollevamento devono essere almeno di tipo protetto con
caratteristiche REI/EI in funzione dell'altezza dell'edificio.
6.10. Ascensori antincendio e di soccorso.
1. Negli edifici aventi altezza antincendi superiore a 32 metri devono
essere previsti ascensori antincendio ubicati in modo tale da poter raggiungere
ogni locale dei singoli piani.
2. Negli edifici aventi altezza antincendi superiore a 54 metri,
in aggiunta agli ascensori antincendio, devono essere previsti ascensori di
soccorso ubicati in modo tale da poter raggiungere ogni locale dei singoli
piani.
7. Aerazione.
1. L'edificio, ai fini antincendi, deve essere dotato di aerazione secondo
le vigenti norme di buona tecnica; ove non sia possibile l'aerazione naturale si
puo' fare ricorso a quella meccanica con impianto di immissione e di estrazione,
in grado di funzionare anche in caso di emergenza.
8. Attivita' accessorie.
8.1. Locali per riunioni e trattenimenti.
1. Fatta salva l'osservanza delle disposizioni relative ai locali di
pubblico spettacolo ed intrattenimento per i locali aperti al pubblico con
capienza superiore a 100 posti, ai locali destinati a riunioni, conferenze,
trattenimenti in genere, pertinenti l'attivita' adibita ad ufficio, si applicano
le seguenti disposizioni.
8.1.1. Ubicazione.
1. I locali possono essere ubicati a qualsiasi quota al di sopra del piano
di riferimento e non oltre il secondo piano interrato fino alla quota di - 10,0
m rispetto al piano di riferimento. I predetti locali, se ubicati a quote
comprese tra - 7,5 m e - 10,0 m, devono essere protetti mediante impianto di
spegnimento automatico e devono disporre di uscite ubicate lungo il perimetro
che immettano in luoghi sicuri dinamici.
8.1.2. Parti comunicanti.
1. Fatto salvo quanto previsto in altri punti della presente regola tecnica
e nelle disposizioni di prevenzione incendi relative alle aree a rischio
specifico, sono ammesse le seguenti comunicazioni:
a) locali con capienza fino a 100 persone: comunicazione diretta con altri
ambienti dell'attivita';
b) locali con capienza superiore a 100 persone, non aperti al pubblico: elementi
di separazione, ivi comprese le porte di comunicazione con altri ambienti dell'attivita',
di caratteristiche di resistenza al fuoco almeno REI/EI 30.
8.1.3. Requisiti di reazione al fuoco dei materiali.
1. Per quanto concerne i requisiti di reazione al fuoco dei materiali si
applicano le prescrizioni previste per i locali di pubblico spettacolo.
8.1.4. Misure per l'evacuazione in caso di emergenza.
1. L'affollamento massimo ipotizzabile, in quei locali in cui le persone
trovano posto in sedili distribuiti in file, gruppi e settori, e' determinato
dal numero di posti; negli altri casi viene
fissato pari a quanto risulta in base ad una densita' di affollamento non
superiore a 0,7 persone/m2 da dichiarare a cura del titolare dell'attivita'.
2. I locali devono disporre di un sistema organizzato di vie d'esodo avente le
seguenti caratteristiche:
a) i locali con capienza superiore a 100 persone devono essere serviti da uscite
che, per numero e per dimensioni, siano conformi alle vigenti norme per i locali
di pubblico spettacolo. Almeno la meta' di tali uscite devono addurre
direttamente all'esterno o in luogo sicuro dinamico mentre le altre possono
immettere nel sistema di vie di esodo del piano;
b) i locali con capienza complessiva tra 50 e 100 persone devono essere dotati
di almeno due uscite, la cui larghezza sia conforme alle vigenti norme di
prevenzione incendi per i locali di pubblico spettacolo, che immettano nel
sistema di vie di esodo del piano;
c) i locali con capienza inferiore a 50 persone e' ammesso che siano serviti da
una sola uscita, di larghezza pari almeno a 1,20 m, che immetta nel sistema di
vie di uscita del piano;
d) i locali con capienza fino a 25 persone e' ammesso che siano serviti da una
sola uscita, di larghezza non inferiore a 0,80 m, senza l'obbligo di apertura
della porta nel verso dell'esodo.
8.1.5. Distribuzione dei posti a sedere.
1. Per i locali con capienza superiore a 50 persone, la distribuzione dei
posti a sedere deve essere conforme alle vigenti disposizioni per i locali di
pubblico spettacolo. Sono ammesse particolari sistemazioni distributive,
funzionali alle esigenze del caso, purche' non costituiscano impedimento ed
ostacolo per lo sfollamento delle persone in caso di emergenza.
8.2. Locali per servizi logistici.
1. I locali destinati alla distribuzione o consumazione dei pasti con
annessi impianti di cucina e/o lavaggio delle stoviglie alimentati a
combustibile liquido o gassoso, devono essere rispondenti alle specifiche
normative di prevenzione incendi vigenti.
2. Sono ammesse zone adibite a foresteria fino ad un massimo di 25 posti letto
purche' rispondenti alla specifica normativa di prevenzione incendi per
attivita' ricettive, separate dagli ambienti adibiti ad ufficio con elementi
costruttivi e porte REI/EI 60.
L'eventuale abitazione del custode deve essere separata con elementi costruttivi
aventi caratteristiche di resistenza al fuoco almeno REI/EI 60 e puo' comunicare
tramite porta almeno EI 60 munita di dispositivo di autochiusura.
8.3. Archivi e depositi.
8.3.1. Archivi e depositi di materiali combustibili con superficie fino a 15 m2.
1. E' consentito destinare ad archivi e depositi di materiali combustibili
locali di piano di superficie non eccedente 15 m2, anche privi di aerazione
naturale, alle seguenti condizioni:
gli elementi di separazione e le porte di accesso, munite di dispositivo di
autochiusura, devono possedere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno
EI/EI 30;
il locale deve essere protetto con rivelatori di incendio collegati all'impianto
di segnalazione e allarme;
all'esterno del locale, in prossimita' della porta di accesso, deve essere
posizionato almeno un estintore portatile avente carica minima pari a 6 kg e
capacita' estinguente non inferiore a 21A 89B;
il carico di incendio deve essere limitato a 30 kg/m2.
8.3.2. Archivi e depositi di materiali combustibili con superficie fino a 50
m2.
1. E' consentito destinare ad archivi e depositi di materiali combustibili
locali di piano di superficie non eccedente 50 m2, alle seguenti condizioni:
gli elementi di separazione e le porte di accesso, munite di dispositivo di
autochiusura, devono possedere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno
REI/EI 60;
la superficie di aerazione naturale non deve essere inferiore ad 1/40 della
superficie in pianta. Ove non sia possibile raggiungere per l'aerazione naturale
il rapporto di superficie predetto, e' ammesso il ricorso alla aerazione
meccanica con portata di 3 volumi ambiente/ora, da garantire anche in situazioni
di emergenza, sempreche' sia assicurata una superficie di aerazione naturale
pari almeno al 25% di quella richiesta. L'aerazione naturale puo' essere
ottenuta anche tramite camini di ventilazione; il locale deve essere protetto
con rivelatori di incendio collegati all'impianto di segnalazione e allarme;
sia all'interno che all'esterno del locale, in prossimita' della porta di
accesso, deve essere posizionato almeno un estintore portatile avente carica
minima pari a 6 kg e capacita' estinguente non inferiore a 34A 144B;
il carico di incendio deve essere limitato a 60 kg/m2.
8.3.3. Archivi e depositi di materiali combustibili con superficie superiore
a 50 m2.
1. E' consentito destinare ad archivi e depositi di materiali combustibili
locali ubicati ai piani fuori terra e/o ai piani 1° e 2° interrato, di
superficie superiore a 50 m2, alle seguenti condizioni:
la superficie lorda di ogni singolo locale non puo' essere superiore a 1000 m2
per i piani fuori terra e a 500 m2 per i piani interrati;
gli elementi di separazione e le porte di accesso, munite di dispositivo di
autochiusura, devono possedere caratteristiche di resistenza al fuoco congrue
con il carico di incendio e comunque almeno REI/EI 90;
la superficie di aerazione naturale non deve essere inferiore ad 1/40 della
superficie in pianta. Ove non sia possibile raggiungere per l'aerazione naturale
il rapporto di superficie predetto, e' ammesso il ricorso alla aerazione
meccanica con portata di 3 volumi ambiente/ora, da garantire anche in situazioni
di emergenza, sempreche' sia assicurata una superficie di aerazione naturale
pari almeno al 25% di quella richiesta; l'aerazione naturale puo' essere
ottenuta anche tramite camini di ventilazione;
il deposito deve essere protetto da impianto automatico di rivelazione,
segnalazione ed allarme;
all'interno di ogni locale deve essere previsto un congruo numero di estintori
portatili aventi carica minima pari a 6 kg e capacita' estinguente non inferiore
a 34A 144B;
il carico di incendio deve essere limitato a 60 kg/m2.
2. Per depositi con carico di incendio superiore a 60 kg/m2 ovvero con
superficie superiore a 200 m2, devono essere rispettate le seguenti ulteriori
condizioni:
l'accesso deve avvenire dall'esterno, attraverso spazio scoperto o intercapedine
antincendi, oppure dall'interno, tramite filtro a prova di fumo;
l'aerazione, esclusivamente di tipo naturale, deve essere ricavata su parete
attestata su spazio scoperto ovvero, per i locali interrati, su intercapedine
antincendi;
il locale deve essere protetto da impianto di spegnimento automatico.
8.3.4. Depositi di sostanze infiammabili.
1. Devono essere ubicati al di fuori del volume dell'edificio. E' consentito
detenere, all'interno del volume dell'edificio, in armadi metallici dotati di
bacino di contenimento, prodotti liquidi infiammabili, strettamente necessari
per le esigenze igienico-sanitarie. Tali armadi devono essere ubicati nei locali
deposito dotati della prescritta superficie di aerazione naturale.
8.4. Autorimesse.
1. Le autorimesse devono essere realizzate nel rispetto delle specifiche
disposizioni di prevenzione incendi.
9. Servizi tecnologici.
9.1. Impianti di produzione di calore.
1. Gli impianti di produzione di calore devono essere realizzati a regola
d'arte e nel rispetto delle specifiche disposizioni di prevenzione incendi.
2. E' fatto divieto di utilizzare apparecchi portatili funzionanti a
combustibile liquido o gassoso per il riscaldamento dei locali; sono altresi'
vietati i caminetti e qualsiasi altra fonte di calore a fiamma libera.
9.2. Impianti di condizionamento e ventilazione.
9.2.1. Generalita'.
1. Gli impianti di condizionamento e/o di ventilazione possono essere di
tipo centralizzato o localizzato. Tali impianti devono possedere requisiti che
garantiscano il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
non alterare le caratteristiche degli elementi di compartimentazione;
evitare il ricircolo dei prodotti della combustione o di altri gas ritenuti
pericolosi;
non produrre, a causa di avarie e/o guasti propri, fumi che si diffondano nei
locali serviti;
non costituire elemento di propagazione di fumi e/o fiamme, anche nella fase
iniziale degli incendi.
2. Tali obiettivi si considerano raggiunti se gli impianti vengono realizzati a
regola d'arte e conformemente a quanto di seguito riportato.
9.2.2. Impianti centralizzati.
1. Le unita' di trattamento dell'aria e i gruppi frigoriferi non devono
essere installati nei locali dove sono ubicati gli impianti di produzione
calore.
2. I gruppi frigoriferi devono essere installati in appositi locali, realizzati
con strutture di separazione di caratteristiche di resistenza al fuoco non
inferiori a REI/EI 60 ed accesso direttamente dall'esterno o tramite disimpegno
aerato di analoghe caratteristiche, munito di porte REI/EI 60 dotate di congegno
di autochiusura.
3. L'aerazione nei locali dove sono installati i gruppi frigoriferi non deve
essere inferiore a quella indicata dal costruttore dei gruppi stessi, con una
superficie minima non inferiore a 1/20 della superficie in pianta del locale.
4. Nei gruppi frigoriferi devono essere utilizzati come fluidi frigorigeni
prodotti non infiammabili e non tossici. I gruppi refrigeratori che utilizzano
soluzioni acquose di ammoniaca possono essere installati solo all'esterno dei
fabbricati o in locali aventi caratteristiche analoghe a quelle delle centrali
termiche alimentate a gas.
5. Le centrali frigorifere destinate a contenere gruppi termorefrigeratori ad
assorbimento a fiamma diretta devono rispettare le disposizioni di prevenzione
incendi in vigore per gli impianti di produzione calore, riferite al tipo di
combustibile impiegato.
6. Non e' consentito utilizzare aria di ricircolo proveniente da cucine,
autorimesse e comunque da spazi a rischio specifico.
9.2.3. Condotte di distribuzione e ripresa aria.
1. Le condotte di distribuzione e ripresa aria devono essere conformi al
decreto del Ministro dell'interno 31 marzo 2003 (Gazzetta Ufficiale n. 86 del 12
aprile 2003).
2. Le condotte non devono attraversare:
luoghi sicuri, che non siano a cielo libero;
vani scala e vani ascensore;
locali che presentino pericolo di incendio, di esplosione e di scoppio.
3. Qualora, per tratti limitati, non fosse possibile rispettare quanto sopra
indicato, le condotte devono essere separate con strutture REI/EI di classe pari
al compartimento interessato ed intercettate con serrande tagliafuoco aventi
analoghe caratteristiche.
4. Qualora le condotte attraversino elementi costruttivi che delimitano i
compartimenti, nelle condotte deve essere installata, in corrispondenza degli
attraversamenti, una serranda avente resistenza al fuoco pari a quella della
struttura attraversata, azionata automaticamente e direttamente da rivelatori di
fumo; inoltre tale serranda deve essere collegata alla centrale di controllo e
segnalazione che ne comandi la chiusura in caso d'incendio.
5. Negli attraversamenti di pareti e solai, lo spazio attorno alle condotte deve
essere sigillato con materiale incombustibile senza tuttavia ostacolare le
dilatazioni delle stesse.
9.2.4. Dispositivi di controllo.
1. Ogni impianto deve essere dotato di un dispositivo di comando manuale,
situato in un punto facilmente accessibile, per l'arresto dei ventilatori in
caso d'incendio.
2. Inoltre, gli impianti a ricircolo d'aria, a servizio di piu' compartimenti,
devono essere muniti, all'interno delle condotte, di rivelatori di fumo che
comandino automaticamente l'arresto dei ventilatori e la chiusura delle serrande
tagliafuoco.
3. L'intervento dei rivelatori deve essere segnalato nella centrale di
controllo.
4. L'intervento dei dispositivi, sia manuali che automatici, non deve consentire
la rimessa in marcia dei ventilatori senza l'intervento manuale dell'operatore.
9.2.5. Schemi funzionali.
1. Per ciascun impianto deve essere predisposto uno schema funzionale in cui
risultino:
gli attraversamenti di elementi resistenti al fuoco;
l'ubicazione delle serrande tagliafuoco;
l'ubicazione delle macchine;
l'ubicazione di rivelatori di fumo e del comando manuale;
lo schema di flusso dell'aria primaria e secondaria;
la logica sequenziale delle manovre e delle azioni previste in emergenza.
9.2.6. Impianti localizzati.
1. E' consentito il condizionamento dell'aria a mezzo di singoli apparecchi,
a condizione che il fluido refrigerante sia non infiammabile e non tossico. E'
comunque escluso l'impiego di apparecchiature a fiamma libera.
9.3. Impianti elettrici.
9.3.1. Caratteristiche.
1. Gli impianti elettrici devono essere realizzati in conformita' alla legge
n. 186 del 1° marzo 1968. In particolare, ai fini della prevenzione degli
incendi, gli impianti elettrici:
a) devono possedere caratteristiche strutturali, tensione di alimentazione e
possibilita' di intervento individuate nel piano della gestione delle emergenze
tali da non costituire pericolo
durante le operazioni di spegnimento;
b) non devono costituire causa primaria d'incendio o di esplosione;
c) non devono fornire alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi;
il comportamento al fuoco della membratura deve essere compatibile con la
specifica destinazione d'uso dei singoli locali;
d) i cavi per energia e segnali non devono determinare rischio per la emissione
di fumo, gas acidi e corrosivi, secondo le vigenti norme di buona tecnica;
e) devono essere suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la messa
fuori servizio dell'intero sistema (utenza);
f) devono disporre di apparecchi di manovra ubicati in posizioni protette e
riportare chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono.
2. I seguenti sistemi di utenza devono disporre di impianti di sicurezza:
a) illuminazione;
b) allarme;
c) rivelazione;
d) impianti di estinzione;
e) ascensori antincendio;
f) ascensori di soccorso;
g) impianto di diffusione sonora.
3. L'alimentazione di sicurezza deve essere automatica ad interruzione breve
(minore o uguale a 0,5 sec.) per gli impianti di rivelazione, allarme e
illuminazione e ad interruzione media (minore o uguale a 15 sec.) per ascensori
antincendio e di soccorso, impianti di estinzione ed impianto di diffusione
sonora. Il dispositivo di carica degli accumulatori deve essere di tipo
automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore. L'autonomia
minima e' stabilita per ogni impianto come segue:
a) rivelazione e allarme: 30 minuti;
b) illuminazione di sicurezza dei locali: 2 ore;
c) impianti di estinzione: 1 ora, fatto salvo quanto diversamente previsto al
successivo punto 10;
d) impianto di diffusione sonora: 1 ora.
4. L'installazione dei gruppi elettrogeni deve essere conforme alle disposizioni
di prevenzione incendi vigenti.
5. L'impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare, lungo le vie di
uscita, un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal
piano di calpestio. Sono ammesse singole lampade con alimentazione autonoma,
purche' assicurino il funzionamento per almeno un'ora.
6. Il quadro elettrico generale deve essere ubicato in posizione facilmente
accessibile, segnalata e protetta dall'incendio.
10. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi.
1. Gli uffici devono essere protetti con mezzi portatili di estinzione
incendi nonche' con impianti di tipo conforme a quanto di seguito indicato.
2. Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi devono essere
realizzati e installati a regola d'arte ed in conformita' a quanto di seguito
indicato.
10.1. Estintori.
1. Gli uffici devono essere dotati di estintori portatili conformi alla
normativa vigente; il numero e la capacita' estinguente degli estintori
portatili devono rispondere ai criteri stabiliti al punto 5.2 dell'allegato V al
decreto del Ministro dell'interno 10 marzo 1998 (Supplemento ordinario Gazzetta
Ufficiale n. 81 del 7 aprile 1998), con riferimento ad attivita' a rischio di
incendio elevato.
2. Gli estintori devono essere ubicati in posizione facilmente accessibile e
visibile, distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere; a tal fine e'
consigliabile che gli estintori siano ubicati lungo le vie di esodo ed in
prossimita' delle aree e impianti a rischio specifico.
10.2. Impianti di estinzione incendi.
10.2.1. Reti naspi/idranti.
1. Gli uffici devono essere dotati di apposita rete naspi/idranti secondo
quanto nel seguito precisato.
2. Per quanto riguarda i componenti degli impianti, le modalita' di
installazione, i collaudi e le verifiche periodiche, le alimentazioni idriche e
i criteri di calcolo idraulico delle tubazioni, si applicano le norme di buona
tecnica vigenti.
3. Le caratteristiche prestazionali e di alimentazione sono quelle definite per
la protezione interna dalla norma UNI 10779 con riferimento al livello di
rischio 3.
4. Negli uffici di tipo 5 deve essere prevista anche la protezione esterna.
5. Per uffici articolati in diversi corpi di fabbrica separati da spazi
scoperti, la tipologia degli impianti puo' essere correlata al numero di
presenze del singolo corpo di fabbrica, purche' le eventuali comunicazioni di
servizio (tunnel di collegamento interrati o fuori terra, cunicoli tecnici e
simili) siano protette, in corrispondenza di ciascun innesto con gli edifici,
con sistemi di compartimentazione conformi al punto 5.1.
10.2.2. Impianto di spegnimento automatico.
1. Oltre che nei casi previsti ai punti precedenti, deve essere installato
un impianto di spegnimento automatico a protezione di ambienti con carico
d'incendio superiore a 50 kg/m2, fatto salvo quanto stabilito al punto 8.3. per
archivi e depositi.
2. Tali impianti devono utilizzare agenti estinguenti compatibili con le
caratteristiche degli ambienti da proteggere e con i materiali e le
apparecchiature ivi presenti, ed essere progettati, realizzati ed installati a
regola d'arte secondo le vigenti norme di buona tecnica.
11. Impianti di rivelazione, segnalazione e allarme.
11.1. Generalita'.
1. Negli uffici deve essere prevista l'installazione in tutte le aree di:
segnalatori di allarme incendio del tipo a pulsante manuale opportunamente
distribuiti ed ubicati, in ogni caso, in prossimita' delle uscite;
impianto fisso di rivelazione e segnalazione automatica degli incendi in grado
di rilevare e segnalare a distanza un principio d'incendio.
11.2. Caratteristiche.
1. L'impianto deve essere progettato e realizzato a regola d'arte secondo le
vigenti norme di buona tecnica.
2. La segnalazione di allarme proveniente da uno qualsiasi dei rivelatori deve
determinare una segnalazione ottica ed acustica di allarme incendio nella
centrale di controllo e segnalazione, ubicata in ambiente presidiato.
3. L'impianto deve consentire l'azionamento automatico dei dispositivi di
allarme posti nell'attivita' entro:
a) un primo intervallo di tempo dall'emissione della segnalazione di allarme
proveniente da 2 o piu' rivelatori o dall'azionamento di un qualsiasi pulsante
manuale di segnalazione d'incendio;
b) un secondo intervallo di tempo dall'emissione di una segnalazione di allarme
proveniente da un qualsiasi rivelatore, qualora la segnalazione presso la
centrale di controllo e segnalazione non sia tacitata dal personale preposto.
I predetti intervalli di tempo devono essere definiti in considerazione della
tipologia dell'attivita' e dei rischi in essa esistenti, nonche' di quanto
previsto nel piano di emergenza.
4. Ai fini dell'organizzazione della sicurezza, l'impianto di rivelazione puo'
consentire l'attivazione automatica di una o piu' delle seguenti azioni:
chiusura di eventuali porte tagliafuoco, normalmente mantenute aperte,
appartenenti al compartimento antincendio da cui e' pervenuta la segnalazione,
tramite l'attivazione degli appositi dispositivi di chiusura;
disattivazione elettrica degli eventuali impianti di ventilazione e/o
condizionamento;
attivazione di eventuali sistemi antincendio automatici (estinzione, evacuazione
fumi, etc.);
chiusura di eventuali serrande tagliafuoco poste nelle canalizzazioni degli
impianti di ventilazione e/o condizionamento riferite al compartimento da cui
proviene la segnalazione;
eventuale trasmissione a distanza delle segnalazioni di allarme in posti
predeterminati nel piano di emergenza.
5. Per i rivelatori ubicati nei depositi in cui il carico d'incendio e'
superiore a 60 kg/m2 ovvero la superficie in pianta e' superiore a 200 m2,
devono essere installati dispositivi ottici di ripetizione di allarme lungo i
corridoi. Tali ripetitori devono anche essere previsti per quei rivelatori che
sorvegliano aree non direttamente presidiate per mancanza di persone o di un
controllo diretto nonche' intercapedini comprese nei controsoffitti e nei
pavimenti sopraelevati qualora vi siano installati impianti che possano
determinare rischi di incendio.
12. Sistema di allarme.
1. Gli uffici devono essere dotati di un sistema di allarme in grado di
avvertire le persone presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio
allo scopo di dare avvio alle procedure di emergenza nonche' alle connesse
operazioni di evacuazione. A tal fine devono essere previsti dispositivi ottici
ed acustici, opportunamente ubicati, in grado di segnalare il pericolo a tutti
gli occupanti dell'edificio o delle parti di esso coinvolte dall'incendio. La
diffusione degli allarmi sonori deve avvenire tramite impianto ad altoparlanti.
Le procedure di diffusione dei segnali di allarme devono essere opportunamente
regolamentate nel piano di emergenza.
13. Segnaletica di sicurezza.
1. Si applicano le vigenti disposizioni sulla segnaletica di sicurezza,
espressamente finalizzate alla sicurezza antincendio, di cui al decreto
legislativo 14 agosto 1996, n. 493.
2. In particolare la cartellonistica deve indicare:
le uscite di sicurezza ed i relativi percorsi d'esodo;
i punti di raccolta e gli spazi calmi;
l'ubicazione dei mezzi fissi e portatili di estinzione incendi;
i divieti di fumare ed usare fiamme libere;
il divieto di utilizzare gli ascensori in caso di incendio, con esclusione di
quelli antincendio;
i pulsanti di sgancio dell'alimentazione elettrica;
i pulsanti di allarme.
3. Alle attivita' a rischio specifico si applicano le disposizioni sulla
cartellonistica di sicurezza contenute nelle relative normative.
14. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio.
1. I criteri in base ai quali deve essere organizzata e gestita la sicurezza
antincendio, sono enunciati negli specifici punti del decreto del Ministro
dell'interno 10 marzo 1998, con particolare riferimento a:
riduzione della probabilita' di insorgenza di un incendio;
controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio al fine
di garantirne l'efficienza;
formazione e informazione del personale;
pianificazione e gestione dell'emergenza in caso di incendio.
2. Gli adempimenti di cui al comma precedente devono essere riportati in un
apposito registro dei controlli.
3. E' fatto obbligo di esporre bene in vista, in ciascun piano, in prossimita'
degli accessi, e, in ogni caso ove ritenuto necessario, precise istruzioni
relative al comportamento del personale e del pubblico in caso di emergenza,
corredate da planimetrie del piano medesimo che riportino, in particolare, i
percorsi da seguire per raggiungere le scale e le uscite e l'ubicazione delle
attrezzature antincendio.
Titolo III
UFFICI DI NUOVA COSTRUZIONE FINO A CINQUECENTO PRESENZE
15. Uffici di tipo 1.
1. Gli uffici di tipo 1 possono essere ubicati in edifici ad uso civile
serviti da scale ad uso promiscuo.
2. Oltre ai criteri stabiliti dal decreto del Ministro dell'interno 10 marzo
1998, devono essere osservate le seguenti prescrizioni:
a) gli elementi portanti e separanti devono avere caratteristiche di resistenza
al fuoco almeno R e REI/EI 30 per i piani fuori terra e almeno R e REI/EI 60 per
i piani interrati;
b) i locali ubicati ai piani interrati devono disporre di almeno due vie di
uscita alternative adducenti verso luoghi sicuri dinamici;
c) gli impianti devono essere realizzati in conformita' alla regola dell'arte e
alle disposizioni di prevenzione incendi vigenti;
d) le attivita' accessorie devono essere conformi alle disposizioni di cui al
punto 8 del titolo II.
3. Devono inoltre essere osservate le disposizioni di cui al titolo II, punti
10.1, con riferimento ad attivita' a rischio basso, 13 e 14.
16. Uffici di tipo 2.
1. Devono essere rispettati i seguenti punti del titolo II della presente
regola tecnica:
3; 4; 5.1, con la precisazione che per uffici di nuova realizzazione da
insediare in edifici esistenti la resistenza al fuoco puo' essere ridotta di una
classe a condizione che sia installato un impianto di spegnimento automatico
esteso a tutta l'attivita'; 5.2; 5.3, con riferimento alle superfici indicate
nella prima colonna; 6, con la precisazione che per uffici da insediare in
edifici esistenti e' consentito che per i punti 6.2, 6.3, 6.4, 6.5 e 6.6 si
faccia riferimento ai corrispondenti parametri previsti nell'allegato III al
decreto del Ministro dell'interno 10 marzo 1998;
7; 8; 9; 10.1, con riferimento ad attivita' a rischio di incendio basso; 10.2,
considerando per la rete naspi/idranti il livello 1 previsto dalla norma UNI
10779, con esclusione della protezione esterna; 11; 12; 13 e 14.
17. Uffici di tipo 3.
1. Devono essere rispettati i seguenti punti del titolo II della presente regola
tecnica:
3; 4; 5.1, con la precisazione che per uffici di nuova realizzazione da
insediare in edifici esistenti la resistenza al fuoco puo' essere ridotta di una
classe a condizione che sia installato un impianto di spegnimento automatico
esteso a tutta l'attivita'; 5.2; 5.3; 6; 7; 8; 9; 10.1, con riferimento ad
attivita' a rischio di incendio medio; 10.2, considerando per la rete
naspi/idranti il livello 2 previsto dalla norma UNI 10779, con esclusione della
protezione esterna; 11; 12; 13 e 14.
Titolo IV
UFFICI ESISTENTI SOGGETTI AI CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI
1. Devono essere rispettati i seguenti punti del titolo II della presente
regola tecnica:
a) 5.1, con i requisiti di resistenza al fuoco R e REI/EI non inferiori ai
seguenti valori:
piani interrati: R e REI/EI 60;
edifici di altezza antincendi fino a 24 m: R e REI/EI 30;
edifici di altezza antincendi compresa tra 24 e 54 m: R e REI/EI 60;
edifici di altezza antincendi oltre 54 m: R e REI/EI 90;
b) 5.2 comma 1, comma 2, lettere a), c), d), e), f), comma 3.
E' consentito mantenere in uso tendaggi e mobili imbottiti gia' utilizzati nell'attivita'
alla data di entrata in vigore della presente regola tecnica, anche se non
rispondenti ai requisiti previsti rispettivamente alle lettere d) ed e) del
citato comma 2 del punto 5.2.
c) 5.3, sostituendo la tabella con la seguente:
=====================================================================
| Superficie massima dei compartimenti
Altezza antincendi (in metri)| (in m2)
=====================================================================
sino a 12.... | 8.000
---------------------------------------------------------------------
da 12 a 24.... | 6.000
---------------------------------------------------------------------
da 24 a 54.... | 4.000
---------------------------------------------------------------------
oltre 54.... | 2.000
d) 6, con esclusione del punto 6.10,
inoltre per le caratteristiche R e REI/EI si deve far riferimento ai valori
riportati nella precedente lettera a) mentre per quanto riguarda la tipologia
delle scale valgono le seguenti prescrizioni:
edifici con altezza antincendi fino a 32 m: scale di tipo protetto fatto salvo
il caso in cui sia possibile raggiungere un luogo sicuro all'esterno con un
percorso di esodo di lunghezza non superiore a 45 metri;
edifici con altezza antincendi oltre 32 m: scale a prova di fumo o esterne.
E' consentito incrementare la lunghezza dei percorsi di esodo e dei corridoi
ciechi di ulteriori 10 metri a condizione che sia installato un impianto
automatico di rilevazione e allarme incendio esteso all'intera attivita' e che i
materiali installati lungo tali percorsi siano tutti incombustibili.
In merito alla larghezza delle vie di uscite, fermo restando che almeno una deve
essere non inferiore a 1,20 m, e' consentito che le restanti abbiano una
larghezza inferiore a due moduli e comunque non inferiore a 0,90 m, purche'
conteggiate pari ad un modulo di uscita.
e) 7; 8; 9, ad esclusione del punto 9.3.1, comma 1, lettera d); 10, restano
tuttavia validi gli impianti idrici antincendio a naspi/idranti gia' installati,
a condizione che siano assicurate le caratteristiche prestazionali e di
alimentazione previste per la protezione interna dalla norma UNI 10779 con
riferimento al livello di rischio 2; in caso di difficolta' di accesso alle aree
da parte dei mezzi di soccorso dei Vigili del fuoco, deve essere prevista anche
la protezione esterna.
f) 11.1, limitatamente al primo comma (pulsanti manuali); 12; 13 e 14.